FORTITUDO, IL TOTO-PRESIDENZA
Si terrà oggi l'incontro tra il dimissionario Christian Pavani e i vertici del Consorzio Fortitudo, incontro da cui dovrà uscire la soluzione al problema della presidenza, rimasta temporaneamente vacante dopo il burrascoso finale di domenica sera. Da un lato c'è la voglia di Pavani di uscire dal ruolo (avrebbe contratto fino al 2024) e tornare nell'area marketing. Dove era stato all'inizio dell'avventura della nuova Fortitudo, e dove potrebbe portare all'ingresso di nuove forze come consulenze esterne, tra cui quel Pierluigi Zagni, già collaboratore di Pavani in passato e successivamente sposato alla figlia di Ferdinando Minucci. Situazione questa di stallo, ovviamente subordinata a quanto succederà a livello di presidenza.
Il problema è che una alternativa immediata non c'è, a meno di un interregno con uno dei soci (Castelli? Muratori? Melloni?) comunque non disposti ad un cambio di ruolo. O andare su figure già viste: Marco Calamai, o Dante Anconetani - tornato di recente a Pavia e già presidente nel 2013 - o situazioni fantasiose e poco probabili come quella, ipotizzata da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna, di un curioso ruolo di giocatore-presidente per Stefano Mancinelli.
Ed è per questo che la possibilità di una permanenza di Pavani, anche solo in attesa della fine della stagione, potrebbe tornare di attualità. Il tempo di chudere l'annata evitando problemi logistici di una sostituzione rapida, e nel frattempo valutare il suo successore.