Riccardo Moraschini, con un lungo messaggio, ha spiegato la sua situazione.

Il 18 febbraio c'è stata l'udienza per il mio ricorso, in cui però si è parlato della sede del ricorso e non della squalifica. La Procura Antidoping ha sostenuto che io - essendo un atleta di livello internazionale - mi sarei dovuto appellare al TAS in quanto organo internazionale. Durante l'udienza la Procura ha ammesso l'errore in primo grado, un errore che però a me costa caro. Io e i miei avvocati abbiamo seguito un regolarmente scritto, il ricorso va fatto dove c'è il primo grado, e due casi simili al mio si sono svolti in corte d'appello. Il Giudice qualche giorno fa ha giudicato il mio ricorso inammissibile e me l'ha annullato. Se volessi fare ricorso al TAS passerebbero 4-6 mesi, e la stagione sarebbe finita. Non mi rimane altro che accettare l'anno di squalifica dato in primo grado, nonostante sia stata provata la mia buona fede, in cui il mio unico errore è stato non sapere che una persona vicino a me stesse usando uno spray cicatrizzante per curare una ferita con all'interno una sostanza vietata. Questa storia deve fare riflettere. Non posso cambiare l'esito ma non è giusto che atleti come me debbano passare questo, tempi burocratici infiniti e norme non definite. Spero che nessun altro debba subire quel che ho subito io. Grazie a tutti, mi preparo per la prossima stagione e non vedo l'ora di tornare dove merito, su un campo da basket.




 










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