IL RETTORE DEL POLITECNICO DI TORINO: IL NOSTRO LAVORO ERA SOLO UNA BOZZA. VOGLIAMO DARE STRUMENTI PER ANDARE VERSO LA RIAPERTURA
In merito al lavoro del Politecnico di Torino sull'indice di rischio dei vari sport, che negli ultimi giorni ha suscitato diverse critiche - tra cui quella dell'ex CT della nazionale di pallavolo Julio Velasco, la Gazzetta dello Sport ha intervistato il rettore del Politecnico, Guido Saracco.
Un estratto delle sue parole.
Il nostro lavoro è partito da un sito (http://www.impreseaperte.polito.it/) che il Politecnico di Torino sta realizzando e allargando. È rivolto a società, ristoranti, esercizi commerciali etante altre attività. Visto questo lavoro che avevamo in opera siamo stati contattati dal Coni per fare qualcosa di analogo anche nel mondo dello sport.
Ovviamente i giornali fanno il loro mestiere, ma quello che è uscito sulla stampa inquesti giorni oltre a essere teoricamente secretato dal ministero era solo una bozza. Le valutazioni comparative che sono state fatte non sono frutto di un'analisi della nostra Università, ma si basano su dati forniti dalle singole federazioni. In sostanza il lavoro che è arrivato sul tavolo del ministero si compone di due parti: una elaborata dalle singole federazioni secondo i loro giudizi di valutazione, che ovviamente differiscono da un caso all'altro e una nostra parte introduttiva in cui noi diamo una valutazione, ma solo su un numero minimo di sport, perché come facilmente comprensibile la mole di lavoro è gigantesca e a differenza delle aziende dove alcuni criteri per la riapertura possono essere assimilabili fra un caso e l'altro, nello sport invece ogni disciplina ha peculiarità ben precise e sono oltre 300 quelle che andranno analizzate.
Non c'è alcun dubbio che facendo sport esiste il cosidetto effetto scia quindi le distanze che sono consigliabili nelle relazioni "normali" qui aumentano. In più un atleta in movimento ha un metabolismo molto superiore a una persona normale quindi è chiaro che i parametri di cui parliamo sono molto differenti fra loro.
Ma c'e ancora dell'altro. Il lavoro non voleva essere un confronto fra le singole discipline, creando fra esse una graduatoria, ma voleva appunto dare strumenti per andare verso la riapertura. E' abbastanza chiaro a tutti la funzione sociale importantissima che ha lo sport nel nostro Paese, per i nostri cittadini, in un momento come questo. È chiaro che vogliamo collaborare a dare a tutti gli strumenti più giusti a capire.