Stefano Pillastrini è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Un estratto delle sue parole.

Il ritorno della Fortitudo e di Treviso in serie A. Lo considero un fatto naturale e allo stesso tempo molto positivo. È giusto che i club che hanno maggior seguito e che riempiono i loro impianti giochino nel massimo campionato. A questo si aggiunge che entrambe le realtà hanno alle spalle una tradizione molto importante.

Mi sembra di capire che i due club cambieranno ma manterranno alcuni punti di riferimento importanti investendo sull'identità. Questo va contro corrente perché la tendenza è di rivoluzionare ogni anno. Un giocatore viene qui sapendo che difficilmente rimarrà la stagione successiva. Il risultato è che lavora per se e poco per la squadra e, quindi, la crescita è minima. Questa è una delle ragioni per cui le presunte grandi della serie A hanno fatto così fatica quest'anno.

Come immagina il prossimo derby? La cornice sarà entusiasmante grazie alla passione delle due tifoserie. La mia impressione è che si giocherà in un clima di grande correttezza perché in questi anni le due realtà hanno evitato quelle polemiche che rendevano esasperante il clima.

Le manca la piazza di Bologna? Non saprei. Quando la passione supera il limite diventa pseudocompetenza e questo porta a rimettere in discussione tutto dopo ogni sconfitta. Spesso succede che finiscono sulla graticola quelli che avrebbero bisogno di tranquillità. Anche gli errori aiutano a crescere, ma se chi va in campo non ne può commettere diventa molto più difficile allenare.

Fu sbagliato accettare la proposta della Virtus? Questo lo hanno detto i risultati, ma la rifarei perché il progetto era interessante, ma non ci fu il tempo per svilupparlo.

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