(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, con il ritorno di Attilio Caja (verrà presentato questo pomeriggio) all'ovile Fortitudo, pubblico in estasi e ascia di guerra sotterrata dopo quanto successo nella scorsa primavera-inizio estate. Lungi dall'entrare in argomenti legulei e ritenendo poi tutto sommato che l'amore non è bello se non è litigarello, è chiaro che sul pavimento mesi fa c'erano dei piatti rotti, non conta sapere da chi, e che una causa in corso lo era e ora non lo è più. D'altronde se si rimettono insieme coppie ben più litigiose, allora meglio così. E allora, che ci sia il ritorno sperando che stavolta vada meglio di altri back-to-back meno fortunati: quello di Repesa, fuggito a gambe levate con giustificazioni poi rivelatesi farlocche. Quello di Martino, retrocesso con una squadra costruita con laccetti vari e che, come diciamo da ‘ste parti, non avrebbe salvato nemmeno Murri. Quello di Dalmonte, chiamato a fare da santino in uno spogliatoio e in una realtà che gli remò contro fin da subito. Caja non avrà problemi di cuore, non dovrebbe retrocedere, non si troverà ammutinamenti.

Caja ritrova una squadra che è 4-7, e non è da pensare che sia solo perchè Cagnardi fosse un allenatore con il patentino preso con i punti delle Giovani Marmotte (non lo era, appunto): ci sono problemi strutturali, infortuni e qualche valutazione estiva non azzeccata. E senza andare a cercare chi nello spogliatoio fosse un suo sodale e chi no, deve ricostruire una logica tattica laddove al posto di Ogden c'è ad esempio lo svolazzante e vacuo Gabriel, in difesa. E dove in attacco manca totalmente un'ala forte, il classico 4: finora è qualcosa che abbiamo visto fare solo a Fantinelli, cosa che va anche bene, ma qualcuno a portare palla allora lo mettiamo? Il mercato potrà dare solo un nuovo arrivo da qui alla fine del girone d'andata, e a pensarci bene non c'è un reparto dove non servirebbe qualcosa. Vedremo.

Il campionato è ancora lungo, tempo ce n'è - almeno ragionando sui playoff - e così come era ingeneroso paragonare Cagnardi a Caja sarà ugualmente ingeneroso paragonare il Caja 2.0 a quello dell'anno scorso. Che si lavori in santa pace, e che ognuno faccia il suo: bentornato, Attilio. Ci sarà tanto da fare.

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