PALASPORT AL 35%. PRIMO PASSO IMPORTANTE, MA E' SOLO UN PRIMO PASSO
Eventi sportivi: Per questa categoria, per gli eventi all’aperto, è possibile prevedere modalità di assegnazione dei posti alternative al distanziamento interpersonale di almeno un metro; per gli eventi al chiuso, il limite di capienza già previsto è innalzato al 35%. Così si legge nella bozza del prossimo decreto che è stato approvato ieri in CDM, dopo la cabina di regia e il consulto con il CTS.
In buona sostanza, per gli eventi sportivi all'aperto (stadi di ogni ordine e grado) si arriva al 50% "vero", senza più l'obbligo del distanziamento di un metro. Per i palasport, si passa dal 25% al 35%. Di sicuro è una buona notizia per lo sport italiano, e per questo bisogna ringraziare il sottosegretario Valentina Vezzali che ha ascoltato le istanze di calcio, basket e pallavolo e le ha portate davanti a Governo e CTS.
Si tratta però solo di un primo passo, come ha sottolineato Petrucci, per almeno due motivi.
Intanto il paragone con gli altri paesi europei, dove le capienze ammesse con green pass oscillano tra il 70% e il 100%, continua a restare impietoso. E poi perché questo aumento vale solo in zona bianca. In zona gialla resta il limite dei 1000 spettatori, e in caso di arancione o rosso scattano le porte chiuse per tutti, green pass o no.
La capienza del 35% significa, a spanne, circa 3500 persone per la Segafredo Arena e poco meno di 2000 per il PalaDozza. Iniziano a essere numeri sui quali le società possono impostare una campagna abbonamenti: la Fortitudo l'aveva già fatto, ma da ieri ha qualche certezza in più. Certezze che comunque restano poche, perchè se nella settimana del derby l'Emilia-Romagna dovesse essere gialla, potrebbero entrare solo 1000 spettatori. Quali, poi? E se fosse arancione o rossa la settimana di Virtus-Valencia, le porte sarebbero chiuse e quella partita andrebbe rimborsata.
Insomma, quello di ieri è un primo passo, molto importante, nella direzione delle riaperture. Ma resta solo un primo passo. Sperando che le riaperture siano davvero "graduali ma irreversibili", come ha detto il premier Draghi lo scorso aprile, il mondo dello sport e il sottosegretario Vezzali sono chiamati a tenere alta l'attenzione e a continuare il "pressing" sul governo perchè le percentuali ammesse aumentino col progredire della campagna vaccinale, che in Italia ha già raggiunto il 63% dei soggetti vaccinabili come vaccinazione completa e il 73% con almeno una dose.
In buona sostanza, per gli eventi sportivi all'aperto (stadi di ogni ordine e grado) si arriva al 50% "vero", senza più l'obbligo del distanziamento di un metro. Per i palasport, si passa dal 25% al 35%. Di sicuro è una buona notizia per lo sport italiano, e per questo bisogna ringraziare il sottosegretario Valentina Vezzali che ha ascoltato le istanze di calcio, basket e pallavolo e le ha portate davanti a Governo e CTS.
Si tratta però solo di un primo passo, come ha sottolineato Petrucci, per almeno due motivi.
Intanto il paragone con gli altri paesi europei, dove le capienze ammesse con green pass oscillano tra il 70% e il 100%, continua a restare impietoso. E poi perché questo aumento vale solo in zona bianca. In zona gialla resta il limite dei 1000 spettatori, e in caso di arancione o rosso scattano le porte chiuse per tutti, green pass o no.
La capienza del 35% significa, a spanne, circa 3500 persone per la Segafredo Arena e poco meno di 2000 per il PalaDozza. Iniziano a essere numeri sui quali le società possono impostare una campagna abbonamenti: la Fortitudo l'aveva già fatto, ma da ieri ha qualche certezza in più. Certezze che comunque restano poche, perchè se nella settimana del derby l'Emilia-Romagna dovesse essere gialla, potrebbero entrare solo 1000 spettatori. Quali, poi? E se fosse arancione o rossa la settimana di Virtus-Valencia, le porte sarebbero chiuse e quella partita andrebbe rimborsata.
Insomma, quello di ieri è un primo passo, molto importante, nella direzione delle riaperture. Ma resta solo un primo passo. Sperando che le riaperture siano davvero "graduali ma irreversibili", come ha detto il premier Draghi lo scorso aprile, il mondo dello sport e il sottosegretario Vezzali sono chiamati a tenere alta l'attenzione e a continuare il "pressing" sul governo perchè le percentuali ammesse aumentino col progredire della campagna vaccinale, che in Italia ha già raggiunto il 63% dei soggetti vaccinabili come vaccinazione completa e il 73% con almeno una dose.