Borra, "Non credevo che la Fortitudo potesse volare così in alto"

Jacopo Borra, attualmente a Nardò, è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Eravamo in grande forma, poi abbiamo subito qualche acciacco, si è alzato il livello delle avversarie che abbiamo affrontato e abbiamo subito tre sconfitte di fila con Udine, Forlì e Trieste, tre candidate alla promozione in Serie A. Domenica sfideremo la Fortitudo, concludendo questo ciclo sulla carta terribile. Il rammarico è non essere riusciti ad arrivare a gare così importanti con il roster al completo.

Il rendimento

Sapevo che nelle gare in casa avrebbe giocato sempre in sei, come è sempre stato, per la spinta del suo pubblico, ma ad inizio anno, a parte Aradori, Fantinelli e Panni, non conoscevo bene i giocatori, neanche i due americani che stanno disputando un campionato di tutto rispetto. Non avrei mai pensato che oggi l'Aquila avrebbe volato così in alto.

Penso che la scelta di responsabilizzare di più alcuni giocatori sia una mossa dell'allenatore per lanciare un messaggio alla società. Io conosco alcuni dei componenti della panchina, sono buoni elementi. Penso a Panni o a Taflaj, un giocatore ordinato di sistema. I giocatori di livello assoluto sono quattro o cinque, ma gli altri sono degli ottimi gregari: non vedo questa mancanza di qualità.

La retrocessione

Ho molto rammarico prima di tutto pensando alla squadra. Mi dispiace per il grande lavoro che fece coach Antimo Martino e perché nessuno di noi avrebbe meritato la retrocessione. Fummo molto sfortunati e lo fui anch'io personalmente. Quando arrivai da Sassari giocai bene le prime gare, poi contrassi il Covid in forma molto pesante, fui costretto a restare a letto per due mesi con la febbre alta e al mio ritorno in campo ebbi problemi di fiato. Prima di quell'anno non avevo mai giocato in Serie A e averlo fatto in Fortitudo fu un'occasione forse irripetibile. Il pensiero che quella chance mi è stata portata via dal Covid mi ha fatto stare male il doppio"