Si deve utilizzare la perifrasi che già fece Fabrizio De Andrè per citare la Domenica delle Palme, per raccontare una giornata che rischia di essere esiziale per le speranze Fortitudo di restare nella massima serie. Con pessimi altrui risultati, e con i propri che non riescono proprio a tirare fuori quel gol extra schedina che dovrebbe servire anche solo a riparare le nefandezze della prima parte di stagione. In soldoni: tra Sassari, Virtus e Venezia doveva uscire una vittoria, non è uscita, e allora sperare con l'ordinario di fare lo straordinario porta poi a delusioni non da poco. Come quella di ieri, dove Bologna ha palesato i suoi limiti strutturali, quelli con i quali una Venezia in forma - ma non splendida, ieri - non la si batte mai. E vanno bene le distrazioni, ma il 5-22 del secondo quarto è figlia di errori di rotazioni, illusioni di poter tirare fuori qualcosa da giocatori che non sempre hanno dentro qualcosa da poter tirare fuori, e insomma, ci siamo capiti.

La strana domenica dove Aradori e Feldeine si prendono una corrosiva pausa, dove i migliori in campo sono stati 4 usciti dalla panchina, e dove si è palesato quello che tutti sanno, e che non può essere superato da qualche buona prova qua e là: manca un cambio dei lunghi, manca difesa tra gli esterni, manca una costruzione di gioco, e manca forse il coraggio di mandare all'aria qualche gerarchia pregressa. Anche con i curiosi minutaggi di ieri (Durham+Fantinelli=40, Feldeine+Frazier=40, Aradori+Procida=40), continuare a puntare su spugne secche non fa uscire dell'acqua, tutto qua. Quindi, ecco che una delle finali è stata persa, e il richiamo al Salvatore di un tempo, Teo Alibegovic, serve a poco: lui certe sonnolenze in campo non le avrebbe accettate, e l'atteggiamento remissivo di chi avrebbe dovuto guidare, e non lo ha fatto, non sarebbe stato permesso. Ora via di Pesaro, che è, adesso lo si può davvero dire, l'ultima spiaggia.

Più su - Frazier ha smosso un po' di cose in soli 20'. Charalampopoulos pare l'unico ad avere un minimo di rendimento su entrambe le metà campo. Fantinelli non avrà polmoni ma ha cuore. Procida non avrà tenuta ma ha balzi.

Spalle al muro - Aradori che si fa battere da Cerella (11 mesi fa l'ultima volta con due cesti in azione per l'oriundo) e gioca come se fosse ancora sazio delle cifre di domenica scorsa e per le medie non gli servisse andare oltre (2 tiri in 22', prima dell'appoggio solitario alla sirena, o quasi). La di fatto inutilità di Feldeine: ok la tenuta fisica, ma qui siamo al presunto bomber che tira con il 34% in stagione, roba che in altri tempi avrebbe portato direttamente al Marconi senza nemmeno il tempo per fare la borsa. I liberi di Groselle, per cui servirebbe mettersi in mutua prima di provarci ed evitare imbarazzi. La solita non incisività di Durham. Se i migliori sono i cambi, e i peggiori i titolari, qualcosa lo vorrà dire.

 

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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