FATTORE CAMPO SEMPRE MENO IMPORTANTE. E SPESSO MENO PUBBLICO DI QUELLO CONSENTITO
Sette vittorie esterne su otto. Nella terza giornata di serie A l'unica squadra ad aver vinto in casa è stata la Fortitudo.
Con la situazione attuale il fattore campo ha sempre meno valore, e non poteva che essere così. Con i palasport a porte chiuse o a ingressi ridotti, e i tifosi organizzati fuori, l'unico vantaggio per la squadra di casa resta la conoscenza del campo e dei suoi riferimenti, cosa che però può essere azzerata rapidamente in caso di serata di grazia dei tiratori ospiti, si veda il 17/33 di Cremona alla Segafredo Arena o il 13/27 di Pesaro a Venezia.
L'altra cosa da notare è che - anche dove le porte sono rimaste semiaperte grazie alle Regioni - non tutti i posti disponibili sono stati riempiti, con l'eccezione della Virtus, che ha portato tutti i suoi abbonati. Alla Unipol Arena Reggio Emilia ieri ha avuto 760 spettatori (su 1041 posti disponibili dichiarati), la Fortitudo sabato addirittura 553. I motivi sono sempre quelli: per qualcuno la paura, per altri gli impegnativi protocolli di sicurezza del palasport, per altri ancora il fatto di essere sempre appesi a un filo, e sapere se si potrà andare o no con scarso preavviso. Nel caso della Effe c'è anche la questione abbonamenti, che il club ha scelto di far valere per il girone di ritorno, sperando che allora le restrizioni siano minori o nulle. E quindi magari qualche abbonato aspetta, scegliendo per ora di risparmiare.
In ogni caso - salvo improbabili ripensamenti - tutto questo (che era comunque già qualcosa, e assolutamente privo di rischi) finirà a breve. Nel prossimo DPCM verrà mantenuto il limite dei 200 spettatori al chiuso, e alle Regioni non sarà consentito fare eccezioni, salvo accordi specifici col Ministero della Salute o strappi istituzionali.