Kenny Hasbrouck, da poco ufficializzato a Verona, è stato sentito da Enrico Schiavina del Corriere di Bologna. Un estratto dell’intervista.

“Ripartire da Verona? Non è stata una decisione facile, abbiamo parlato parecchio, con la società, con coach Dalmonte, ma alla fine mi hanno convinto con un argomento: vogliono vincere il campionato, e subito, senza mezze misure. Come la Fortitudo l'anno scorso.
L’addio a Bologna? Era una questione complessa, c'era da far incastrare tre diversi punti di vista: tecnico, economico e sentimentale. Non ci siamo riusciti, peccato. Ma va bene così. Alla Fortitudo auguro il meglio.
Aradori alla Fortitudo? Davvero? Lo conosco, ci ho parlato tante volte, mi è sempre piaciuto, come persona e come giocatore. Uno col suo talento e la sua personalità, in un contesto così caldo ci starebbe alla perfezione, no?
Aver giocato in entrambe le squadre? Un'esperienza strana, complessivamente divertente. Mi ricordo che quand'ero in Virtus andai a qualche partita della Effe da spettatore, solo dopo mi spiegarono che lì i virtussini non sono i benvenuti e che normalmente nessuno ci andava, eppure a me nessuno ha mai creato problemi. Mi è sempre piaciuto girare la città, entrare in un locale e capire subito se mi trovavo in territorio bianconero o biancoblù, scherzarci sopra, incassare le battute dei tifosi... Io ho girato tanto e ve l'assicuro, non esiste un'altra città divisa così per questioni di basket.
Retrocesso in Virtus e promosso con la Fortitudo? L'ho detto tante volte, episodio con Sabatini a parte, io sono stato bene anche alla Virtus, e li ringrazio. Alla Fortitudo però è stato diverso, era come una famiglia. L'ho capito soprattutto quando è mancato mio padre. Non lo dimenticherò”


(foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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