Charlie Recalcati, intervistato da La Provincia di Como, ha spiegato le sue idee sulla stagione del basket.
Un estratto delle sue parole.

Non può essere considerata una sorpresa che i club abbiamo dei contagiati così come che non possano contare sugli incassi da botteghino. Ma come si poteva pensare di riaprire i palazzetti con l’estate che se ne sarebbe andata e avrebbe favorito quella famigerata seconda ondata di cui a lungo eravamo stati messi in guardia? Ebbene, come ci siamo preparati?
Bisognava programmare una stagione transitoria, dicendo alle società di non svenarsi perché non sarebbe retrocesso nessuno. Di predisporre i budget tenendo conto di zero incassi, così da spendere soltanto quel che realmente ci si sarebbe potuti permettere. Mentre ora questa stagione si rivelerà un bagno di sangue per troppi club.
Cosa si sarebbe potuto fare? Si sarebbe magari potuto puntare su una suddivisione in conference, con graduatorie da stilare non in virtù dei punti conquistati bensì della percentuale di vittorie. Così chi partecipa alle coppe europee avrebbe potuto giocare meno partite in campionato rispetto a quei team alle prese solo con la serie A ai quali ne sarebbero state garantite di più. Dopodiché, senza retrocessioni, le si portava tutte ai playoff con il più classico dei tabelloni. Così chi poteva permettersi di lottare per lo scudetto lo avrebbe comunque fatto, ma nel frattempo tutte le altre squadre avrebbero avuto un paracadute.
Si può cambiare in corsa? rendendo inoltre atto che tante partite verranno rinviate e che sarà difficile recuperarle tutte, trasformiamo la classifica sulla scorta delle percentuale di vittorie e sconfitte al di là del numero di gare effettivamente disputate. Playoff per tutti, semmai accorciati e naturalmente zero retrocessioni. Per salvare la stagione in una tale situazione di estrema precarietà.

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