Alessandro Abbio è stato intervistato da Marco Tarozzi su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Ho saputo che sono state fatte delle scelte societarie, anche quella di non fare follie sul mercato. Nonostante tutto, le operazioni ci sono state e sono contento se ne uscirà una buona squadra.
Si riparte dopo l'addio di Teodosic. "Non vederlo più giocare nella propria squadra del cuore è certamente un dispiacere. Quando assistevi auna partita, sapevi che da un momento all'altro con lui poteva succedere qualcosa di bellissimo. Certo, non tutto era perfetto, soprattutto dal punto di vista fisico, e nel basket di oggi chi ha tecnica non è avvantaggiato, bisogna essere grossi, velocissimi, talvolta furbetti, che è diverso dall'avere acume. Però le giocate che Milos estraeva dal cilindro ci resteranno negli occhi per sempre. Di giocatori così ne nasce uno ogni vent'anni".
Come vede gli acquisti di Smith e Cacok, e il probabile arrivo di Dunston? "Sono sincero, non li conosco benissimo e devo scoprirli meglio. Quello che posso dire è che a livello di lunghi mancava qualcosa, e si sentiva soprattutto in Eurolega. Mi parlano di giocatori dotati fisicamente: è un bel biglietto da visita".
Parliamo di italiani, allora? "Ho fatto un salto alla Trentino Cup. Ho visto Polonara e Pajola nel gruppo azzurro, meritano di starci. Achille è stato a un passo dall'arrivare anche in passato, magari quando la cosa non è andata in porto qualche tifoso ci è rimasto male, ma credo siano sensazioni superabili. È un giocatore che ha ancora molto da esprimere, e credo che a Bologna avrà la possibilità di farlo". Lei conosce bene anche Mascolo. "Certo, l'ho visto crescere nelle giovanili a Moncalieri, e ai Centri Tecnici Federali. È un ragazzo molto dotato. Magari non una stella assoluta, ma uno che può dire la sua soprattutto in difesa, dove è bello tosto e mostra carattere".
Le conferme di Shengelia e Cordinier. "Importanti. Sono due giocatori a cui il talento non manca. Nella scorsa stagione il francese ha avuto qualche problema fisico, se quest'anno la fortuna sarà dalla sua potrà mostrare le sue grandi doti atletiche. Se diventa più affdabile nel tiro dalla distanza, cambiano le prospettive e gli orizzonti, suoi e della squadra".
Le è piaciuta l'annata che si è lasciato alle spalle Hackett? "Daniel è un giocatore particolare, di grande esperienza. Mi fa piacere sia rimasto, e credo che alla Virtus si trovi bene. Spesso ha offerto prestazioni di altissimo livello, altre volte è risultato impalpabile, ma ovviamente tutto dipende anche dallo stato fisico di un atleta. Sa difendere bene, e soprattutto sa entrare in partita".
È arrivato il momento di parlare di Belinelli. "Marco esce da una grande stagione. L'anagrafe è relativa, quando si parla di certi campioni. Lui ha dimostrato che chi sa fare canestro sposta l'esito delle partite. Nei playoff ha fatto un percorso splendido, anche se purtroppo la mira si è inceppata proprio in gara7 della finale: se avesse iniziato mettendo due o tre tiri giusti, magari le cose sarebbero andate diversamente. Resta il fatto che spesso ha cambiato le sorti delle partite, è stato e resta un punto di riferimento".

Insomma, una Virtus destinata a lottare ancora ad alta quota. "Se Smith è il tiratore di cui mi parlano, se Cordinier trova continuità al tiro, le possibilità ci sono tutte. Dovranno lavorare tanto, è normale, e dalle prime amichevoli sapremo che strada hanno intrapreso. Ma Scariolo è una certezza, lui è uno che sa trovare l'alchimia. Perché alla fine nel basket vince il gruppo, quello che, quando si compatta diventa quasi invincibile. Io che amo la Virtus, e non dimentico quello che è stata per me, non vedo l'ora che la stagione inizi.

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