Che la costanza non fosse un pregio in casa Fortitudo lo si era intuito nell’altalenante andamento dei mesi precedenti, ma quello di febbraio appena concluso, il peggiore fin qui dal punto di vista dei risultati (si viaggia a 1-3), ha preso davvero una brutta piega. E dire che si era iniziati con ben altro piglio, soffrendo ma vincendo a Rimini, in un match dal copione differente rispetto a quelli mostrati a fine mese: sempre col volante in mano, rischiando sì, ma portandola a casa, dando pure “continuità” (lontano dal Paladozza tra l’altro) alla cavalcata di una settimana prima con Udine.

In una settimana passata a chiarire la posizione “ambigua” di Sbezzi (“Non ha ruoli in Effe, ma solo amicizia con Muratori” dirà il presidente Di Pisa), e la voglia di Mr. Flats Service di riportar dentro al mucchio vecchi consorziati, la Effe si catapulta a Chieti con la speranza di fare tris. Il risveglio invece è brusco, con gli abruzzesi, affamati di punti salvezza, a fare la partita e l’aquila a guardare, accennando col fiatone ad una rincorsa mai completata. Nonostante la serataccia si arriva al goal vittoria, sprecato, ma dalle mani meno opportune (“sdeng” di Italiano). Si spera di tornare belli al Paladozza con Mantova, ma stavolta la botta è pure peggiore: -20 dopo un primo tempo passato a braccia conserte e rimontone con annesso scellerato finale. Passa Mantova, col Paladozza oramai non più fortino, violato in tre occasioni delle ultime cinque.

Si torna allora a parlare di mercato, con “ragionamenti su Davis” e riavvicinamenti con Candussi sempre out a Verona. La trattativa ha un’accelerata grazie anche al buon rapporto con Dalmonte e l’ufficialità arriva poco prima della trasferta di Ravenna. Qui il copione è lo stesso di Mantova: primo tempo in “sciopero” e solita rincorsa finale. Senza Fantinelli, è Panni a mettere punti, ma la terza sconfitta consecutiva è inevitabile. Si scivola al settimo posto, con la Effe ad interrogarsi su cosa voglia fare da grande.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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