(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Crudele ma buffo, il mondo dei social, che dopo aver acclamato la Supercoppa solo una settimana fa oggi chiede già la testa di Cagnardi, facendo paragone con chi, l'anno scorso, forse avrebbe mangiato il cuore dei giocatori Fortitudo ad ogni canestro preso. Sarà forse il tormentone di quest'anno, senza entrare nello specifico di chi abbia ragione e chi no: ok ok, Bolpin pochi mesi fa sarebbe stato operato di appendicite senza anestesia se avesse concesso un cesto non accorgendosi della rimessa avversaria sulla propria schiena. Ma fare paragoni non serve a niente e a nessuno: questa è una squadra nuova, ieri gliene mancavano due e mezzo (Aradori e Mian nello stesso ruolo, oltre ad un Panni che forse avrebbe necessitato di un rientro più soft), Milano era in estasi, fine del discorso. In una giornata dove, oltretutto, altri risultati a sorpresa ce ne sono stati. Quindi sopracciglio alzato per capire cosa sia successo, ma senza buttarsi nella disperazione.

Certo, la Fortitudo di questo periodo è una squadra che sembra più capace di prenderne che non di evitarne, non dimenticando che anche contro Orzinuovi fu una sparakkjanza di triple a cui, però, si seppe trovare una soluzione: metterne una in più, cosa che ieri non è successo. Però si dovrebbe capire come mai, una volta preso un gol magari fortunoso avversario, non si riesca a mettere subito un fermino. Anzi, si spalanchino le braccia lasciando correre troppo. Ecco, dovrebbe essere questo il punto di ripartenza, sapendo che comunque si gioca con assetti obbligati (Fantinelli di fatto ruota da 3-4) e che la strada è ancora lunghissima. Sperando che basti, per evitare drammi: vero che siamo la Fortitudo, ma non deve sempre essere cinematografia. Ora un attimo di pausa - Bologna non farà l'infrasettimanale, rinviato sull'altare della sfida tra Gianni Morandi e Paul McCartney - e poi altra trasferta, a Rimini.

Sei bellissimo - Freeman ha tenuto una intensità non da poco, unico a salvarsi se vogliamo.

In altomare - Più che i tanti presi, l'atteggiamento remissivo di tanti. Come una classe che sapeva non avrebbe rischiato l'inginocchiarsi sui ceci dopo una risposta sbagliata: ecco, per evitare vedove e tormentoni, la cosa dovrebbe chiudersi qua. A partire da Gabriel (che poi l'anno scorso mica c'era): vagare per il campo con il solo obiettivo di tirare da 7 metri e fare 2/10 non è il caso.

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