Jasmin Repesa, appena eletto come allenatore più amato dal sito "Il Fortitudino", è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"E' un riconoscimento che emotivamente mi ha colpito e per il quale ho fatto un video di ringraziamento che ho postato sui social. La Fortitudo è una società storica con un popolo incredibile, che riempie il Palazzo anche quando le cose non vanno bene. Il legame tra club e tifoseria è qualcosa di unico. Ricevere un atto d'amore di questo genere da un ambiente come quello fortitudino è una cosa straordinaria.
I ricordi? Il patron Giorgio Seragnoli era una persona molto emotiva, quasi ansiosa. Il suo posto in parterre era proprio accanto alla mia panchina e ricordo bene che durante una partita molto tirata tremava dalla tensione. Negli ultimi minuti del match mi sedetti accanto a lui e gli dissi 'non ti preoccupare, vinciamo di sicuro'. Lui mi guardò come se fossi un matto, considerando l'andamento punto a punto del match, ma ebbi ragione io. Non è facile vivere in un ambiente così ricco di emozioni e di tensioni come la Fortitudo.
Il taglio di Pozzecco? Se potessi cambiare questo episodio oggi lo farei. Io sono un allenatore un po' rigido. Il patron Seragnoli e il pubblico volevano reintegrare Pozzecco in squadra, ma io rimasi fermo nella mia decisione. Ora io e Gianmarco siamo in buoni rapporti.
A chi sono più legato? Fino a quando è stato con noi, a Gianluca Basile. E' stato il mio capitano e mi ha aiutato fin dal primo giorno a inserirmi meglio in un ambiente molto difficile, in cui è necessario mantenere un equilibrio emotivo perchè è facile lasciarsi andare all'euforia dopo una vittoria e alla depressione dopo una sconfitta. Il Baso era un giocatore con grande carattere, fortissimo mentalmente, e sapeva indirizzare la squadra sui binari giusti.
Lo stop attuale? Scelta giusta al 100%. La FIP ha fatto chiarezza per tutti, evitando le molte trappole che continunare ad attendere avrebbe portato. Sappiamo ad esempio che quasi tutti gli stranieri erano ritornati in patria. Riportarli in Italia dopo tre o quattro mesi, quando il loro contratto sarebbe stato in scadenza, sarebbe stato praticamente impossibile.
Il non assegnare lo scudetto alla Virtus? In alcuni campionato è stato assegnato, in altri no. Di sicuro il 50% delle volte, nei playoff dei campionati europei, a vincere lo scudetto non sono squadre che concludono la regular season al primo posto"

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