Non è servito l'augurio presidenziale di provare a guardare un po' più in alto la classifica: la Fortitudo di Treviso torna a casa dopo una serata fin troppo soft, con quell'apparente atteggiamento tipico di quelle squadre che vanno in trasferta poco motivate per scopi già raggiunti e poco altro da chiedere. Insomma, il classico fine campionato: poca concentrazione, poca difesa, e il tentativo di sfangarsela legato solo a qualche estro individuale o tardive riscosse. Non il modo migliore quindi per far cambiare l'idea di una realtà che fuori casa ha forti limiti, quasi si accontentasse di quanto riesce a fare in casa. E allora ecco che Treviso (altro campo dove forse, per antica rivalità, sarebbe servito l'occhio della tigre e non quello del gatto domestico) non ha avuto grandi problemi a sedare una Fortitudo non diversa da, ahinoi, tante altre esterne.

A prova di come le cifre siano poi specchietto per le allodole, basti andare a vedere una piccola cosa: 11/11 al tiro (9/9 da 2, 2/2 da 3) per il trio Sims-Leunen-Daniel, ma difficile definire positiva la loro prova, almeno per l'atteggiamento mostrato dai primi due. Quanto fatto dall'altra parte da Fotu (nomen omen?) prima e Tessitori poi dimostra che, almeno dietro, l'area è sembrata un banchetto: chiaro che non sono solo colpe dei lunghi, perchè come detto da Martino a fine gara, inconsistenti sia nell'uno contro uno che nella difesa di squadra. Ma la prova della testa non del tutto connessa è nell'atroce gestione offensiva del secondo quarto, con palloni buttati sui piedi di compagni se non direttamente in parterre. Perchè Treviso avrà anche difeso energicamente come detto da Carraretto a fine giornata, ma la valanga di regali è sembrata più figlia di problemi autogeneratisi che non eterodiretti. E ora, che l'ennesima prova di maturità ha portato ad un rinvio, si torni in casa a scaldarsi davanti al proprio pubblico e si resti a metà classifica: senza infamia, senza lode, cercando poi di capire cosa si vuole essere da grandi. Mediando tra le ormai antiche previsioni di salvezza poi vediamo di settembre e certe esagerazioni arrivate dagli americani. Si punti all'ottavo posto e basta: lo si può raggiungere, ma forse servirebbe, più che il risultato, un atteggiamento diverso fuori casa.


Grande, grande, grande - Si potrà anche rimarcare che Aradori ha perso 5 palloni, che difende poco e che in attacco accentra troppo facendosi poi raddoppiare. Ma almeno i suoi 21, con continuità, li ha messi.

Parole, parole, parole - L'imbarazzante accoppiata di registi, con Fantinelli che ha giocato la gara che tanti ex Fortitudo giocano quando si palesano al Paladozza. E Stipcevic che ormai sembra quasi festeggiare se solo riesce a passare la metà campo senza danni. E, come detto, la morbidezza difensiva in area.

FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO

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