(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Stefano Tedeschi ha presentato il ritorno di Attilio Caja sulla panchina Fortitudo.

“Siamo qua perché ripartiamo con Attilio. Prima, vorrei ringraziare una bella persona che ha fatto in questi mesi l’allenatore, una persona seria e per bene. Poi purtroppo nello sport a volte i risultati non arrivano ed è lui che paga, ma volevo sottilineare che c’è sempre stato tra noi un buon rapporto. Su Caja, sono uscite cose su cui non sono d’accordo: c’erano stati problemi che avevano portato all’interruzione del rapporto, con i soci si decise la risoluzione e il contenzioso. Ma c’era dispiacere visto il rapporto che avevo con lui. Poi il campionato è iniziato, con tanti infortuni per cui speriamo di aver già dato per i prossimi anni, e vorrei essere chiaro anche qui: ho apprezzato i tanti ringraziamenti ma ci sono responsabilità che vanno prese, non ho fatto dimissioni con l’elastico. Nel frattempo mi è arrivata la telefonata del procuratore Federico Paci per cui si garantiva che Attilio sarebbe tornato volentieri a Bologna, ed era disponibile a chiarire la situazione. E vista la frequentazione avuta per tanti anni, sono dell’idea che solo gli stupidi o i morti non cambiano opinione: lui non si discute, di allenatori come lui ce ne sono pochi, quindi non è che io abbia dovuto cambiare idea, c’è stato un chiarimento e abbiamo trovato l’accordo per ripartire per questa e per la prossima stagione, con l’entusiasmo per poter andare avanti. Lo confermo, l’unica cosa che conta è il bene di questa società, senza egoismi: questo il motivo del mio passo, poi i soci hanno fatto il loro incontro, hanno parlato e li ringrazio di aver voluto continuare con la mia persona. Ora Attilio, che conosce l’ambiente e il 60% dei giocatori sia dell’anno scorso che i nuovi arrivi, magari conosce meno Menalo che ha 20 anni, e sono straconvinto, con l’augurio che la malasorte si fermi e rientrino almeno Aradori e Cusin (in bocca al lupo a Sabatini che domani si opera e ha la stagione compromessa), che ci sia la possibilità di recuperare. C’è ancora un mondo davanti, e con Attilio la piena volontà di continuare: abbiamo un pubblico di sostenitori che merita questo impegno, perché di tifosi come questi altrove non ci sono. Roba da ridere, attorno, anche dove magari ce ne possono essere quantitativamente di più, e meritano l’impegno. Anche sbagliando, ricordando che il nostro riferimento non è la squadra ma i tifosi: io a Cantù ho visto che qualcosa non andava e ho fatto quello che ho fatto, ma ora siamo qua per dare sempre il meglio e Caja è la persona giusta per prendere in mano questo ambiente. Piedi per terra, non è che domenica già vinceremo di 20: ho poi parlato con i ragazzi, è un gruppo serio e questo non è sempre facile”

Le dimissioni sono rientrate totalmente? “Davanti ai risultati qualcuno deve rispondere. Nessuno pensava di essere in questa situazione dopo avere giocato una finale, qualcosa avremo pure sbagliato e se le cose vanno bene siamo bravi, altrimenti era giusto dare un segnale. Ora andiamo avanti, pronti ad accettare qualsiasi situazione che ci aiuti a migliorare: abbiamo un tifo organizzato che fa cose meravigliose, pensiamo all’aiuto durante l’alluvione e l’ambulanza, magari sono andati lunghi a cantare durante l’inno nazionale. E quando ho sentito la telefonata che mi confermava che per Attilio noi eravamo la prima scelta, siamo andati avanti”

Chi è stato a fare la prima mossa per far rientrare le dimissioni e per far tornare il coach? “Quando ho ricevuto dai soci una risposta inequivocabile, ovvero che dovevo tornare sui miei passi. Poi le voci girano, i risultati della squadra erano chiari, e così come era evidente che dopo la sconfitta di Napoli ci fosse anche quella opzione. Quando le cose non vanno bene non si può cambiare tutto, e io ho ricevuto una telefonata del procuratore Paci che mi chiedeva se lo avessi voluto chiamare. L’ho chiamato, ci siamo trovati a metà strada (all’Outlet di Fidenza) perché non potevamo farlo in un bar a Bologna, abbiamo capito di aver esagerato e che i danni andavano risolti. Non pensiamo più a cosa è successo, certe cose possono capitare. Io seguirò di più rispetto a prima il rapporto con la squadra, assieme a Basciano, motivo che forse l’anno scorso aveva portato Attilio a certi ragionamenti. Ognuno può aver avuto la sua colpa, bastava incontrarsi e chiarirsi, con il procuratore abbiamo trovato l’accordo in tempi ristrettissimi perché dovevamo ripartire subito. E sono molto soddisfatto”

Ci sarà meno potere per Alibegovic? “E’ vicepresidente, con le deleghe che gli vengono date dal presidente. Sarò io a seguire maggiormente la squadra ma non per problemi con Teo, quanto piuttosto per avere un rapporto più stretto con Attilio e per parlare direttamente in caso di problematiche. Pare ci siano chissà quali congetture, ma il problema non è Teo Alibegovic: la società è una azienda, ci sono aspetti delegabili e altri che devono essere seguiti direttamente. Il vicepresidente per norma sostuisce il presidente quando è impossibilitato, rimane cordialità anche se qualcuno scrive cose diverse, e non c’è altro. Tocco ferro, certe cose stanno migliorando, e spero di avere la possibilità fisica di stare più vicino alla squadra senza altre dietrologie. Teo è una risorsa per la Fortitudo, e la volontà comune deve essere il bene di questa realtà senza pensare ad altro. L’obiettivo rimane fare meglio dell’anno scorso, e non parlo di arrivare a gara 5 perché sappiamo che l’anno scorso i vincitori morali siamo stati noi. Abbiamo soci che vogliono andare avanti, non abbiamo nessun arretrato, e ci sono consulenti che mi hanno detto che siamo l’unica realtà che paga addirittura in anticipo. Se c’è qualcuno che vuole andare in Eurolega come altri dicono di voler fare ben venga, ma intanto andiamo avanti senza aspettare nessuno. Siamo solidi e contenti, e facciamo basket, dove conta vincere”

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