RESTART-19: LO STUDIO TEDESCO PER IL RITORNO DEL PUBBLICO NEI PALASPORT
Lo scorso 22 agosto l’Arena di Lipsia (QUARTERBACK Immobilien ARENA), in Germania, ha ospitato un evento, “ReStart-19”, organizzato dall’Università di Medicina di Halle (dipartimento di malattie infettive diretto dal Dottor Stefan Moritz oltre che dall’Istituto di epidemiologia medica, biometrica ed informatica) e la formazione locale di pallamano DHfK (ultimo evento sportivo nell’impianto è datato 8 marzo 2020 proprio per una partita della formazione professionistica locale).
L’obiettivo dell’esperimento quello di simulare il rischio di formazione di un focolaio COVID-19 in occasioni di grandi eventi svolti all’interno di un impianto (l’Arena è stata anche ricreata interamente al computer e suddivisa in centimetri cubi) al fine di studiare le giuste condizioni da mantenere in occasione di eventi che si dovrebbero tenere nonostante la pandemia senza mettere a rischio la salute dei partecipanti.
Il pubblico coinvolto, su base volontaria, ha visto la partecipazione di persone dai 18 ai 50 anni che hanno potuto seguire, nel modo più realistico possibile, il concerto di Tim Bendzko (cantautore pop di Berlino).
Il progetto prevedeva esibizioni in tre diversi step da un’ora ciascuno. Nel primo sono stati coinvolti 4.000 spettatori in condizioni pre pandemia (tutti comunque sottoposti a tampone 48 ore prima dell’evento e alla misurazione della temperatura corporea all’ingresso dell’impianto). In quello successivo sempre 4.000 persone ammesse all’interno della Arena seguendo però indicazioni di igiene e distanze significative. Nel terzo ed ultimo step è stata mantenuta una distanza di 1,5 metri sulle tribune con un numero ridotto del 50% e le 2.000 persone, nel rispetto del posto assegnato, hanno “partecipato” nella maniera più realistica possibile.
Sono stati anche simulati gli arrivi e le partenze in tram dai parcheggi riservati.
Tra le curiosità quella che prevedeva per tutti i partecipanti la fornitura di un disinfettante per le mani fluorescente: soluzione che si è depositata su tutte le superfici toccate e riconosciute dalla luce UV al fine di identificare anche quelle superfici particolarmente pericolose in ottica COVID-19.
Il progetto oltre a pensare alla salute del pubblico vuole studiare le condizioni quadro per artisti ed atleti al fine di potergli far svolgere il proprio lavoro nella maniera più sicura.
Per tutti, stando agli organizzatori, il rischio teorico di contrarre COVID-19 poteva essere classificato come molto basso: i partecipanti sono stati testati, come scritto, per SARS-CoV-2 prima dell'inizio dell'evento e dotati di maschere FFP2. Dotazione che dovrebbe aver tenuto eventuali contagi, secondo gli organizzatori, al di sotto dell'1%. Teoricamente l'uso di maschere FFP3 avrebbe offerto una protezione ancora maggiore, ma la resistenza respiratoria di questo presidio è alta tanto che avrebbe potuto provocare nei partecipanti una intolleranza fino a spingerli a togliersela annullando quindi qualsiasi effetto protettivo.
Non era prevista all’interno dell’Arena l’assunzione di cibo e il consumo di bevande.
“Spettatrice” molto interessata la HBL (Bundesliga di Pallamano) che tramite il proprio amministratore delegato Frank Bohmann ha voluto aderire come movimento perché i palasport possano tornare pieni il prima possibile.
L’obiettivo della HBL è di riaprire con una capienza all’80% anche se il governo ha dichiarato le porte chiuse quantomeno fino a tutto ottobre: situazione simile per basket ed hockey su ghiaccio. HBL si regge per il 26% del proprio budget sul botteghino (72% dagli sponsor e per un 2% dai diritti TV che anche in Germania sono fagocitati dal calcio) e per far fronte alla crisi il pacchetto salvataggio da 200 milioni di euro del Governo Federale per lo sport professionistico si sta rilevando davvero di grande aiuto in attesa che riaprano le porte. “Siamo tutti convinti che la salute vada messa al primo posto. Nel futuro però, e parlo di alcuni mesi al massimo, dovranno – dice nella dichiarazione rilasciato allo Zeit Bohmann – riaprire le Arene altrimenti, e la situazione è simile per hockey e basket, molti Club saranno costretti a chiudere mettendo in crisi l’intero movimento e quindi le rispettive leghe”.
Ora non resta che attendere le analisi dei risultati (identificare le condizioni ottimali per evitare l’insorgere di focolai) con la speranza di avere uno strumento in più di riflessione su come far tornare il pubblico live. Calcoli per creare un modello matematico di rischio che aiuti a comprendere meglio i movimenti d'aria e i processi di infezione nei padiglioni e anche a controllarli, tramite, ad esempio, sistemi di ventilazione speciali.
articolo scritto da Ferencz Bartocci, GM Derthona Basket su LinkedIn