(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

Tutto sta nel capire da che parte dell'immortale motto del Megadirettore Conte Catellani si vuole stare, dato che nel finale c'è stata sia la classe che anche - si può dire? Si può dire, va' - il culo, nel tiro finale di Ogden. E anche quella parola che fa rima con giazzo, all'interno del mondo di Nardò, visto come è finita a male parole tra i tifosi ospiti e coach Di Carlo, rimasto basito davanti alla pietra diventata pepita dell'americano bolognese e non pronto a chiamare timeout per provare a rendere l'ultima azione meno caotica. Tutto nell'ultima azione, appunto: Freeman che sbaglia due liberi, la manata di Aradori che tiene il possesso, Ogden che tira da fuori venendo piantato a terra regolarmente da Iannuzzi, la palla che gli resta tra le mani e che viene buttata verso il canesto a due mani visto lo scadere dei 14". E che diventa una tabellata a canestro. Vince così la stanca Flats Service Fortitudo di questi tempi, in una partita che forse nè lei nè Nardò avrebbero meritato di portare a casa, ma alla fine qualcuno lo ha dovuto fare. Con Caja a puntualizzare che siamo questi, se pensate qualcosa di diverso è un problema vostro facendo capire che forse il livello della squadra è più quello di una medioalta classifica sofferta, che non il - comunque mantenuto - vertice. Adesso si continui comunque a valorizzare le 8 vittorie consecutive di inizio stagione, poi il tempo per l'eventuale ridimensionamento ci sarà.

 

Quello che manca a questa squadra, oggi, è la lucidità e tanti piccoli particolari: i tiri liberi (14 errori ieri, e non solo del poco avvezzo Freeman), le solite sofferenze qualitative della panca (un solo cesto su azione, by Morgillo), e il fatto che se i cinque del quintetto non sono tutti appassionatamente splendenti tutto diventa faticoso e in salita. Poi, certo, a leggere sembra si parli di una squadra che ha vinto una sofferta gara per conquistare i playoff, e invece si tratta sempre di primo posto in classifica. E allora si vada davvero avanti alla giornata,sapendo che anche queste stranissime domeniche sono utili se portano il risultato, e il resto si vedrà. D'altronde, è come aver fatto il pari con Forlì, dove forse si era giocato meglio di ieri, ma dove l'ultima preghiera era stata a favore degli avversari.

 

Ogden
Il tiro quasi finale di Ogden, stoppato. Segnerà sul rimpallo (Foto Mauro Donati)

 

Just like heaven

Tutto gira attorno a quello che riesce a fare Fantinelli, che ti accorgi sfiorare la tripla doppia (10+8+9) anche in una gara senza apparenti esaltazioni. La manata finale di Aradori, importante quasi come un cesto. Poi, come detto, lo stellone sulla tabellata finale di Ogden. A volte va e mille volte no, stavolta è andata. Ah, segnali di vita da Giordano: dietro è tutto da rivedere, davanti ha brio.

 

Disintegration

Detto dei liberi e di Freeman, è chiaro che un po' tutta la baracca prima stava su con il cemento armato e ora qualche spiffero lo si nota. Meno brillantezza e tanti piccoli particolari, ecco. Però, come detto, è andata bene, e ora via verso Trieste, altra  casalinga.

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