L'ex capitano della Virtus Filippo Baldi Rossi è stato intervistato da Alessandro Iannacci su Bolognasportnews.

Un estratto delle sue parole

Filippo Baldi Rossi, come sta la Reggio Emilia che sabato scenderà in campo alla Segafredo Arena? “Siamo in un buon momento, sia in Europa che in campionato. Veniamo da due vittorie all’overtime contro Sassari e Legia Varsavia nei quarti di finale di Europe Cup, partite che ci hanno tolto delle energie ma che hanno accresciuto la nostra fiducia”.

Anche il vostro campionato, però, è soddisfacente… “Siamo in linea con gli obbiettivi della società e in campo stiamo dimostrando le nostre potenzialità. È un campionato comunque difficile, nelle prossime settimane affronteremo un periodo pesante giocando contro Virtus Bologna, Venezia e più avanti Milano. Nell’arco della stagione non è mai facile vincere le partite che vanno vinte e siamo stati bravi a riuscirci fino ad oggi. L’importante, però, è restare con i piedi per terra”.

Come è vissuto il basket a Reggio? "E’ una città che mostra una grande passione per il basket. La squadra è sempre seguita con calore e grande tifo, per certi versi assomiglia a Bologna. Chiaramente per i tifosi non è facile seguirci ad ogni partita, perché da un po’ di tempo giochiamo all’Unipol Arena di Bologna per i problemi del palazzetto di Reggio Emilia. Nonostante ciò non ci fanno mai mancare il loro supporto”.

Oggi Reggio Emilia è quarta in classifica, possiamo parlare di obbiettivo playoff? “La nostra meta primaria rimane la salvezza. Questo campionato è difficile da decifrare, abbiamo visto squadre come Trento e Trieste partire fortissimo e poi calare vistosamente, abbandonando per il momento la zona playoff. È difficile fare calcoli o previsioni, ci vuole veramente poco per uscire dalle prime otto con una classifica così corta. Dobbiamo conquistare al più presto i punti necessari per la salvezza matematica, poi vedremo cosa riusciremo a raggiungere”.

Parliamo di Bologna: tu sei sempre stato legato in maniera unica a questa città e alla Virtus. “Sono entrato nelle giovanili dei bianconeri come uno degli ultimi arrivati, ero davvero giovane. C’era un bellissimo settore giovanile, pieno di grandi talenti e guidato da Giordano Consolini. Il mio ultimo anno in quella fase è coinciso con il primo da professionista e ho avuto la possibilità di iniziare a legare anche con i tifosi e la curva. Con il mondo della Virtus il rapporto è rimasto integro anche quando sono stato lontano da Bologna, ho sempre seguito con interesse le VuNere e tutti sanno cosa provo per quei colori".

In Virtus sei tornato nel 2017, rimanendo sotto le due torri per 3 anni e partecipando alla ricostruzione sportiva dei bianconeri. Come hai vissuto quel capitolo della tua carriera? “Sono stati anni bellissimi, pensate che l’anno prima del mio ritorno ho seguito la promozione dalla televisione come un vero tifoso. E’ stato veramente importante aver azzeccato subito le mosse ed essere tornati in A dopo una sola stagione. Fin dal ritorno nella massima serie gli investimenti sono stati importanti, acquistando giocatori come Aradori, Slaugher, Gentile, Lafayette. Inoltre la dirigenza è riuscita a vincere lo scudetto in breve tempo e ora sta puntando seriamente ad un posto in Eurolega. Stanno facendo tutti un ottimo lavoro. Per quanto mi riguarda i tre anni nei quali sono tornato alla Virtus sono stati bellissimi, una parentesi della mia carriera della quale sono orgoglioso e che porto nel cuore".

Nel 2019 hai coronato la tua esperienza in Virtus alzando la Basketball Champions League. Cosa ricordi di quel momento? “Provai tanta gioia quella sera. Per me fu un successo inaspettato, venivamo da un periodo in cui le cose non giravano bene, avevamo collezionato da poco due brutte sconfitte in casa contro Brindisi e Pistoia. Ad Anversa erano arrivate insieme a noi squadre di prestigio, il Bamberg veniva dall'esperienza in Eurolega e poteva contare su Rice e altri giocatori di spessore. Fummo molto bravi a ricompattarci, andammo in Belgio con l’elmetto per riscattare le brutte figure del campionato. Fu un vero riscatto sportivo”.

Per restare un anno in più in Virtus ti sei anche ridotto l'ingaggio… “Assolutamente si, non mi è pesato farlo. Dopo l’anno della vittoria in Champions League mi venne proposto un biennale al ribasso. Pur di avere ancora l'orgoglio di giocare  per la Virtus ho accettato l'offerta. E' stato il mio modo di ringraziare coach Djordjevic, al quale ero molto legato perchè mi aveva rilanciato dopo il periodo negativo con Sacripanti, e la società, che nel 2017 aveva scommesso su di me e che negli anni aveva investito tanto per ricostruire la forza della Virtus”.

(foto Pallacanestro Reggiana)
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