Il presidente di SG Fortitudo Andrea Bianchini è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole

Qual è la sua posizione nei confronti di Fortitudo Academy 103?
«Non nego che, durante diversi incontri avuti prima con Christian Pavani come presidente della sportiva e poi con Roberto Melloni come presidente del consorzio proprietario della Effe, fosse emersa la volontà di sviluppare un settore giovanile unico tra le nostre due realtà. Sarebbe stato uno sbocco naturale. Da imprenditore, ho sempre pensato che ognuno debba fare la cosa che gli riesce meglio. Come SG, specialmente negli ultimi quattro anni, abbiamo aumentato notevolmente la qualità dei nostri servizi e oggi abbiamo, oltre che allenatori qualificati, anche un preparatore atletico per ogni gruppo del settore giovanile. Il rilancio della nuova Academy probabilmente farà decadere questa opzione. Evidentemente l’idea era solo mia.

Sarebbe pronto a incontrare i vertici della Academy per imbastire un rapporto costruttivo e collaborativo?
«Io sono pronto a incontrare tutti. Abbiamo fatto collaborazioni con altre realtà come la Masi e il San Mamolo, non vedo perché avere preclusioni con l’Academy. Ma la collaborazione si limiterà a un eventuale prestito di giocatori, già ora cinque dei nostri sono là, e in questo modo sarà solo marginale. Io avrei voluto un settore giovanile unico con l’Aquila sul petto

Dopo le difficoltà del passato, come giudica oggi il vostro rapporto con la Fortitudo 103?
«Ho letto l’intervista a Melloni e da tifoso, prima ancora che da presidente della Casa Madre, spero veramente che la società sia in sicurezza sul piano economico. Dobbiamo chiarire la questione del logo. Questo è stato un anno abbastanza complesso sotto questo punto di vista. Il contratto di concessione è sempre stato rimandato, così di fatto la 103 ha utilizzato il logo gratuitamente. Come SG abbiamo chiuso un occhio, ma questa situazione non sarà più sostenibile in futuro».

Lei è disponibile a venire incontro alle esigenze della Fortitudo 103?
«Bisognerà valutare la situazione economica, la solidità e la sostenibilità della società. Il logo è un tassello».

La Fortitudo è in vendita fino al 30 maggio. Il suo auspicio è un cambio di proprietà?
«Il mio auspicio non è che la Fortitudo venga o meno venduta, ma che possa avere quelle certezze e quella sostenibilità economica che in questi anni non ci sono state,producendo conseguenze anche sul piano sportivo, altrimenti non saremmo qui a commentare la retrocessione in A2. Che ci sia una proprietà nuova o sia confermata quella attuale, auspico che ci potrà essere una gestione continuativa del logo».

A fronte della solidità economica di cui parla, sareste disposti a cedere il logo?
No. Il nostro statuto ce lo impedisce».

Questo non creerebbe problemi di progettazione di una strategia commerciale a lungo termine per la Fortitudo 103?
«A fronte di certe garanzie possiamo pensare a una concessione di tre o quattro anni. Noi abbiamo un obiettivo: evitare di ritrovarci nella situazione affrontata dopo la gestione fallimentare di Sacrati, quando il logo finì nelle mani di SOGEMA. Sistemare la situazione non è stato semplice».

Oggi esiste un dialogo costruttivo con la Fortitudo 103?
«Ogni tanto sento Melloni. Loro al momento hanno problemi maggiori di quelli che posso porre io L’unico discorso continuativo poteva essere quello di un unico settore giovanile, ma come dicevo non se ne farà niente»

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