Pietro Aradori è stato sentito da Giorgio Burreddu per Stadio. Un estratto dell'intervista.

""E' strano, stranissimo. Fino a questo punto della mia carriera sono stato abituato a fare allenamenti di un certo tipo: è ovvio. Sto in casa da venticinque o ventisei giorni, ho perso il conto. Ci vogliono carattere e forza di volontà. Vale per tutti, mica solo per me.
Cosa mi manca? Tutto. Lo spogliatoio, i compagni, la gente, il gioco. Forse sembrano cose scontate, invece no. Il pallone a casa non ce l'ho, ma sarebbe servito a poco. La cosa più complicata sarà riprendere confidenza con quello. Bisognerà rimettere in moto delle sensazioni. Ogni cosa a suo tempo, adesso è il momento delle regole.
Finire la stagione? Io giocherei anche durante l'estate, non ci sono problemi. Ma che senso ha parlarne ora? Questa è una situazione talmente difficile e complicata che non è il caso di discuterne. Si potrebbe anche giocare a porte chiuse, sì.. Ma se giochi a porte chiuse vuole dire che nel mondo c'è ancora qualcosa che non va. E quindi perché dovremmo giocare noi?
I compagni? Sono in contatto costante con tutti. Ho amici che sono tornati negli States, alcuni sono qui. Facciamo anche qualche diretta Instagram per passare il tempo e per stare vicino alle persone"


FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO

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