DERBY 112, IL DOPOPARTITA FORTITUDO
Alla fine sono sempre gli episodi quelli che decidono, per una Fortitudo che arriva ad un rimbalzo e un tiro dal vincere il derby: Davide però non uccide, e Golia fa in tempo, impolverato, a risollevarsi e portarsela a casa. Pianto e stridore di denti, alla fine, perchè con le pacche sulle spalle e i complimenti non si va da nessuna parte, e aver retto per 78' su 80' nei derby con la Virtus non aiuta la classifica. Però così è andata, con il film delle ultime azioni che resterà nella storia del derby: Weems che cicca i liberi, Feldeine che non salta abbastanza per prendere il possesso e Frazier che non scatta in tempo per tenere la boccia in campo, e dopo il 2/2 di Mannion Feldeine, troppo in fretta e troppo da lontano, che butta via l'ultima azione. Ora, sta alla Effe e nel suo disperato tentativo di risalire la classifica fare in modo che il videoclip degli ultimi sciagurati 13" non vada all'archivio, per intenderci, come la tripla di Vukcevic nel 2009.
Depauperata da un roster che latita nel cambio in regia e in quello dei lunghi, la Effe è stata quella che avremmo voluto vedere tutti, per un bel po', e con l'atroce sfortuna che ogni palla quasi recuperata, vagante e svagata, finiva poi con cesto o tripla, per evidenziare la differenza tra chi è sornione e chi no. Ma che ci sia del disastroso, nel karma, lo dimostrano i protagonisti avversari: Ruzzier e Alexander all'andata, ovvero uno che ora nella gerarchia è il decimo play e un altro salutato senza rimpianti. E, ieri, Sampson, che nei primi passaggi stava facendo mettere le mani nei capelli di chiunque abbia un po' di Virtus nel cuore. Però se ne hai tanti puoi scegliere il protagonista, mentre se ne hai pochi non devi lasciare per strada nulla, nulla. Niente da fare.
Poi, chiaro, questo passerà alla storia anche come il derby in cui un 2001 da un lato è stato rimandato in campo e l'ha sigillata con due liberi, e l'altro 2002, in precedenza straripante, ha giocato solo 19' guardando tutto il finale dalla panchina. E' il gioco delle parti, e con il senno di poi la scelta di Martino è sembrata fin troppo conservativa: ci fosse stato Procida nel finale magari quel rimbalzo sarebbe finito diversamente, chissà, ed è vero che con l'assetto scelto dal coach si era risaliti fino alla quasi patta. Ma che il migliore della Effe sia stato il settimo, come minutaggio (di meno, solo un marginale Aradori), rimarrà nella cronaca di partite che mai vengono dimenticate.
Ora si cerchi di recuperare il bello visto dal campo, senza abbattimenti nè tantomeno convinzioni di poter andare a Trieste in infradito solo perchè si è quasi vinto il derby. E magari capire che le rotazioni previste a ottobre possono essere riviste.
Più su - Procida, come detto: manca un po' di concretezza e cattiveria oltre agli highlights, ma questo dal campo dovrebbe uscire solo su sua indicazione. Poi la voglia di Benzing e la doppia doppia di Groselle. Che sarà un gregarione che paga l'assenza di protagonisti, ma questo è.
Spalle al muro - Chi si è fatto scappare un rimbalzo che avrebbe potuto dare un altro significato alla stagione, e chi ha forzato una tripla da 10 metri senza senso e senza nemmeno l'urgenza di provarci al primo tocco. Gli altri hanno fatto quello che hanno potuto.
(foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)