Daniele Cavicchi lascia la Virtus dopo 14 anni. L'ex vice allenatore bianconero è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sul malore nel momento chiave della stagione. E' stato bello sentire tante persone vicine. Anche perché non c'è stata alcuna conseguenza, quando è così l'affetto te lo godi tutto.
Non esserci stato nel momento decisivo? Dispiace, al di là di come è finita. E' la parte bella del nostro lavoro, arrivare ai momenti importanti.

Sull'essere sempre virtussino. Lo ero prima di allenarla, lavorandoci il legame si è rafforzato.
Tre istantanee? Finale scudetto del 2007 con Siena, che di fatto ha riportato la Virtus in Eurolega. La cavalcata finale dei playoff in A2, il raggiungimento dei playoff nel 2015. Mi vengono in mente le cose più belle. Poi la retrocessione è lì, ti rimane, fai fatica a digerirla, fortunatamente la promozione ha aiutato a togliere quel sapore amaro.
Sarebbe bello un giorno tornare da capo-allenatore? C'è solo un modo, andar via e tornare. L'ultimo assistente arrivato a fare il capo allenatore è stato un certo Messina. Bisogna riuscire a farlo il coach "titolare" non è facile, mi piacerebbe molto trovare una squadra e provarci Uno deve guadagnarsi i galloni sul campo perché in futuro venga considerato dalla Virtus.
Che futuro vede per la Virtus? Vedo una società che sta cercando di fare un altro passo avanti, rispettare le promesse fatte ritornando in Europa Conterà la solidità, Dalla Salda e Martelli hanno idee chiare. Vedo un futuro positivo, l'importante è che la gente capisca, nonostante i passi avanti, come ci voglia calma. Essere la Virtus non regala nulla, anzi.

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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91