Se ne potrebbero dire tante sulla situazione attuale della Fortitudo, scopertasi domenica molto più indietro di quanto non ci si aspettasse, sia dal punto di vista caratteriale che, forse, da quello tecnico. Qualcosa non va, ha inevitabilmente detto il coach a fine gara. Gli americani, hanno gridato in coro tutti i commentatori, porcellini o meno. Forse, ma non è il prodotto statistico dei due USA la ragione dei guai: la Fortitudo è diversa da molte altre squadre che accentrano molto sugli strangers, la Fortitudo ha almeno 4-5 italiani che possono fare doppia cifra ogni domenica, la Fortitudo non ha bisogno, quindi, di spremere da McCamey o Legion più di tanto, in questo senso.

Però il problema c'è, e McCamey, soprattutto, lo è: involuto rispetto alle prime, dignitose uscite, DMC non sembra in grado di garantire alcune faccende basilari. Come tenere legata la squadra nei momenti di difficoltà, e questo provoca quei collassi prolungati che diventano omicidi a lungo andare. E come gestire la prima linea difensiva, che è il vero dramma attuale della truppa. Bastano le stats: la Fortitudo naviga a mezza quota per quel che riguarda i punti subiti, ma si inabissa in due altre peculiarità. Le percentuali da 2 concesse (ultima) e gli assist concessi (penultima). Tradotto: facile far saltare il fortino e segnare.

C'è chi lamenta l'assenza di peso sotto canestro, ma detto che i rimbalzi sono poi lavoro collettivo, non è che la F abbia mai preso clamorose imbarcate in questo senso. Forse (ma non è che altrove pullulino i Sabonis), ma il guaio, come detto, è altrove. Senza voler gettare la croce addosso a DMC, ma ricordando che nemmeno Fultz può essere un mastino dietro, è chiaro che è qui che si deve lavorare. Come capire le gerarchie offensive: va bene non dipendere da nessuno in particolare, ma il non dare punti di riferimento agli avversari non significa non averne nemmeno al proprio interno.

Ora si capisca che fare, senza dover ad ogni costo cercare teste da ghigliottinare o cambi repentini: la squadra è di fatto nuova, complessa e con potenzialità infinite. Quanto si dovrà ancora lavorare per trovare la quadra, e quanto si rischia di dover lasciare in classifica, sapendo che il fattore campo, nei playoff, tanto relativo non è? Non dimenticando un alibi, nemmeno tanto farlocco: al ritorno, tutte le big, passeranno dal Paladozza. E si spera, in quelle occasioni, che il libretto delle istruzioni sia stato imparato a memoria. Da tutti.

(Foto di Fabio Pozzati / Fortitudo Pallacanestro Bologna)

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