Matteo Boniciolli è stato ospite di Sport Club.

"Abbiamo iniziato i playoff nel modo giusto, contro una Verona che ha un grande allenatore come Ramagli. Ma nei playoff ogni partita fa storia a sè, e la strada è lunga".

C'è mercato aperto, le squadre cambiano. "Ci si dovrebbe mettere d'accordo. Pensare magari a soli tre tesseramenti extra a stagione, sostituzioni per infortuni dato che le ultime finali di A2 le ho perse per assenze di miei giocatori. Questo dovrebbe essere un diritto, poi l'implementare il roster al volo è un altro discorso: Ramagli prese Gentile, Napoli prese Burns, andrebbe trovato un accordo"

La Fortitudo è da A2? "Ho seguito con attenzione il destino di una società a cui sono molto legato, e so che ci sono stati sette passaggi da A1 ad A2 nella sua storia. E' qualcosa che è già accaduto, e se vuoi vantarti di essere rappresentante della Bologna più semplice allora la A2 ci può stare. Quest'anno la squadra non ha mai dato l'idea di avere anima e identità: io persi gara 5 contro Brescia e fummo accolti da 3000 persone contente perchè avevamo combattuto in palese inferiorità tecnica. Invece qui sono stati rinunciatari, e non condivido la richiesta di far saltare la testa di chi ha portato comunque la società a questo livello dopo faticosa e costosa rinascita. Oltretutto non vedo la fila di acquirenti, e dietro l'angolo non c'è un nuovo Seragnoli"

Che A2 si troverà? "All'epoca c'erano grandi concorrenti. Ora ci saranno le sconfitte delle attuali finali, o una ambiziosa Treviglio, e sarà ugualmente un campionato durissimo. La A2 ha una quotidianità che ti porta problemi: magari vai in campi come Capo D'Orlando, trovi ragazzi italiani giovani e americani poco costosi che ti fanno sudare. Con Pavani di recente discutevamo di come in A2 ci fu la promozione con 25-5, noi ora siamo tipo 40-6 tra campionato e coppa e siamo ancora in discussione"

Se la Fortitudo ti richiamasse? "Non mi richiameranno. Rimango grande tifoso, certo, ma chiameranno qualcuno migliore di me, quindi chi mi ritiene un flagello resterà tranquillo."

Un consiglio a Mancinelli? "Abbiamo rapporto non di amicizia ma di grande affetto, ci sentiamo spesso. Anni fa Oscar Eleni si impegnò a sponsorizzare la squadra della moglie, ex giocatrice, che voleva tornare a giocare, a patto che la squadra si chiamasse 'Prigioniera del sogno'. Lui è nella stessa condizione, prigioniero di un sogno. Capisco la voglia di non finire in maniera ingloriosa, ma avrebbe dovuto ritirarsi dopo la promozione. Però ci sta che lui non voglia lasciare la Fortitudo in una simile situazione, è difficile dare un consiglio"

Da cosa ripartiresti? "Mancinelli, nella sua vita extra-cestistica, ha dimostrato senso imprenditoriale e freddezza nel prendere decisioni, e penso che il suo destino debba restare legato alla Fortitudo: lui ha dato tanto, ha preso tanto, e le cose devono andare avanti anche se non so in quale forma. Penso a come Maldini abbia dovuto patire prima di tornare al Milan, con una ultima partita dove fu sommerso dai fischi. Su Totti e sul suo finale di carriera hanno fatto una serie su Sky, e spesso in Italia non c'è rispetto per le icone quanto piuttosto il gridare al bollito. Ci vogliono persone di riferimento, io a Udine ho Nazzareno Italiano che venne accolto male per via di un tatuaggio della Fortitudo e che ora è un idolo della città: si dovesse ripartire da lui, ad esempio, ok. Ma non certo ricostruire una squadra nostalgia, magari richiamando Montano. Tanti di quella realtà hanno fatto carriera, da Candi a Raucci, ma intanto si deve capire che campionato si voglia fare, dato che vincere subito non è semplice. Noi, ad esempio, siamo ai vertici da anni ma ancora siamo qua, e quindi è necessario prima darsi dei tempi"

Consigli a Pavani? "Consigli no, ci parliamo. Spesso abbiamo avuto litigate pazzesche, ma vorrei vedere se chi lo accusa di errori pazzeschi, in proprio, non ne abbia fatti. Io mi accorgo che spesso si lavora meglio quando non c'è coinvolgimento emotivo, c'è maggiore lucidità: io in Effe mi sono ammalato, sono tornato troppo presto sputando letteralmente sangue e durante gli allenamenti avevo un catino dedicato agli sputi di sangue dopo le urla. Forse avessi ragionato con la testa e non con il cuore avrei atteso prima di rientrare e le cose sarebbero andate meglio"

In finale sono tornate due corazzate forti come Milano e Virtus, che hanno scavato differenze con le avversarie. "In ogni paese europeo ci sono 2-3 squadre dal budget clamorosamente superiore, non c'è nulla di cui stupirsi e offendersi. Milano non ha sempre ottenuto risultati paralleli ai propri acquisti, in questi anni hanno vinto anche Sassari e Venezia, ma intanto è arrivato un allenatore leggendario come Ettore Messina. Diciamo che non c'è più un singolo dominio incontrastato, ma ora c'è una avversaria che in tempi minimi ha già ottenuto risultati clamorosi."

Chi vince lo scudetto? "Istintivamente dico Virtus, ma Milano ha uno squadrone. Ci sono due tra i migliori italiani di ogni epoca, ci sono roster clamorosi, e dico che preferisco gli italiani di Bologna e gli stranieri di Milano, senza che si offenda nessuno"

E' mancato il fair play nella questione Sacchetti? "Tutte le volte che esprimo opinioni su quel mondo mi conquisto una visita al Tribunale Federale. Ricordo che mi capitò ai tempi di Pesaro, quando Milano perse una partita 20-0 per Nunnally che doveva pagare una squalifica di anni addietro avvantaggiando Pistoia. Mi sembrava sportivamente sbagliato decidere un campionato per un vecchio tweet di anni fa, e ci rimisi. Quindi vorrei evitare di rimetterci altri soldi""

La scelta di Pozzecco? "Prossima domanda?"

La Virtus in Eurolega? "Sarà una protagonista, per i giocatori che ha. L'autorevolezza e la maturità con cui Hackett è tornato dalla Russia è qualcosa di straordinario, gioca con un controllo e una consapevolezza incantevole. Da anni non c'era un giocatore italiano così decisivo per determinare le sorti di una stagione. Se riparti da lui, da Belinelli, magari anche dai giovani, e hai un allenatore come Scariolo e una proprietà come quella di Zanetti, in pochi anni sarai un protagonista vero, uno da Final Eight. "

Terresti Shengelia con un biennale a un milione e otto a stagione? "Se li avessi sì... Non conosco il suo contratto, posso pensare che noi per tutta la stagione, per arrivare in A1, spendiamo poco poco di più... A me ad esempio piace da morire Hervey, e quando una squadra può alternare lui e Shengelia, con Alibegovic dietro, si vive bene. Io sono sempre per la continuità, quindi se lui volesse restare sarebbe da tenere, per conservare questo nucleo"

Qualche idea sugli italiani? Pajola può essere il simbolo della rinascita dell'italianità? "Di Pajola ho spesso parlato nelle cene carbonare con Ramagli, e me lo descriveva come un fuoriclasse non a livello tecnico, ma come persona fuori dalla norma. E' giocatore che migliorasse al tiro diventerebbe un top europeo. In A2 vedo giocatori interessanti, anche se bisogna crescere a livello fisico dato che lo smallball è una figata, ma altrove ci sono fisicità che noi possiamo solo sognarci. Il vero problema del basket italiano è che tanti giovani scappano. Penso a Nobili, giovanili Virtus, che ha preso una borsa di studio negli USA: parliamo di aria fritta, qui i giovani fanno gli under e dopo sono finiti, a meno che non siano fuoriclasse. Tantissimi italiani, penso ai figli di Cessel e Binelli come anche il mio - malgrado quello che pensava a suo tempo Fucka - se ne sono andati: qui quando finisci il settore giovanile sei morto. E nessun allenatore è disposto a rischiare per questo la propria carriera. In A2, se sei nato entro il 31/1/2002, sei un under anche nelle posizioni di 11 e 12esimo uomo. Se la tua levatrice fosse arrivata mezzora prima, saresti un over. L'unico criterio dovrebbe essere quello della classe, niente altro"

Non ti sta simpatico Fucka da allenatore, da quanto sembra. "Un mio amico diceva che sono le carriere a parlare"

Il video integrale della trasmissione.

https://youtu.be/x8PPqlsNzDM

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