Dole Rimini - Flats Service Fortitudo Bologna, il dopopartita

7/11 da 3, e 3 liberi messi ovviamente su tripla tentata e fallo. Nessun cesto da due. Il basket odierno è questo, signora mia, e quando questo ti succede in trasferta - non una novità, ahinoi, non una novità - nell'ultimo quarto, è chiaro che si dovrebbero usare scudi atomici per difendersi. Invece la Fortitudo di oggi ha solo un ombrello, con cui si può reggere per un po', ma poi si alzano le mani e si esce sconfitti. Vince Rimini, per Bologna è l'ennesimo ko esterno laddove la buona volontà, per questi livelli, non basta. Tornava Moore, sempre assente Fantinelli: a cambiare assetto ad ogni palla a due si soffre. E allora c'è la voglia di restare compatti e non collassare, però mancando di quegli spunti personali che ti fanno saltare il banco a favore in casi come questi.
A fine gara Caja ha palesato la delusione di non poter dare gioie alla piazza, evidenziando poi la differenza tra la partita di Ogden e del suo (quasi) dirimpettaio Sorokas. Ma la verità è che questa è una squadra che fatica, che in casa ha l'extra dell'ormone - si chiama apposta fattore campo - e che fuori dovrebbe cercare armi in più. Che però, a soffrire senza arrivare a 70, non ci sono. Si gioca senza lunghi, con esterni gregari forzati a ruoli da protagonisti, in un clima non sempre positivo. Servirà il Paladozza come lenitivo, ma la cura avrebbe bisogno di altro.
Innamoratissimo - Della Rosa fatica ad essere sia puntero che dettatore (si può dire?) di ritmi. Però arrivano 5 triple, dando l'idea di essere il primo ad entrare in campo e l'ultimo ad uscirne. Poi se vogliamo l'atteggiamento, tutto qua: il punteggio finale è bugiardo, perchè almeno per 35' c'è stata partita. E il ritorno di Moore: c'è bisogno di lui, tanto tanto tanto.
In preda ad uno spasimo - Se anche Sorokas si mette a fare il gregario, davanti è dura per tutti. Dietro, è chiaro che ci si sbatte, ma se in quasi ogni ruolo c'è una taglia di meno, prima o poi i nodi vengono al pettine anche di chi è calvo.