Dopo la qualificazione al Mondiale Pietro Aradori è stato intervistato da Andrea Barocci sul Corriere dello Sport.
Un estratto delle sue parole.

Cosa vuol dire andare al Mondiale? Non l'ho mai giocato, è una sensazione bellissima sapere di poterlo fare ora. Ho vissuto la mia più grande delusione, quella della mancata qualificazione ai Giochi nel 2016: questa è la nostra rivincita. Quella sconfitta in finale contro la Croazia per me è stata dura. Di quel gruppo lì siamo rimasti solo in tre: io, Ale Gentile e Tonut. Ma nello sport devi ripartire dal giorno dopo. E rimetterti in discussione: al di là del ko di quel giorno, io lo faccio sempre: aiuta a crescere.

In cosa questa Nazionale è differente rispetto alle passate? Ad essere onesto l'atmosfera anche nelle altri gruppi è sempre stata molto bella. Abbiamo raggiunto dei bei risultati in passato; chiaramente quando esci tre volte di fila nei quarti di finale degli Europei, due volte da favoriti, vedi tutto distorto, però c'era coesione. Questi ultimi due anni sono stati un po' particolari: abbiamo cambiato un sacco di giocatori che andavano e venivano, visto che queste "finestre" invernali rappresentavano una novità. Però il gruppo storico è rimasto, e ha aiutato chi era all'esordio a dare il suo contributo.

Il segreto è il CT Sacchetti? Per il suo modo di fare: tende a stemperare gli animi, a dire una battuta anche nei momenti di tensione. E quando c'è pressione, riesce a farla vivere bene. Questa è una grande qualità. Certo, quando di incazza lo fa come gli altri, ovviamente.

L'impressione è che in Nazionali Aradori giochi meglio che in Virtus. In Nazionale ho avuto quattro allenatori (Recalcati, Pianigiani, Messina e ora Sacchetti, ndr), e mi sono sempre adeguato. E' fondamentale essere un camaleonte, adattarsi a quello che il et ti chiede. Non credo sia produttivo andare allo scontro e dire "io sono così, se mi vuoi bene sennò me ne vado". Ci sono state Nazionali nelle quali partivo in quintetto e stavo in campo 30, e altre in cui giocavo 15'... Qui tutti sanno giocare, bisogna solo farsi trovar pronti.

Cosa potrà fare la Nazionale in Cina? Manca davvero troppo tempo per dirlo: bisognerà conoscere i roster Di certo noi non abbiamo alcuna intenzione di fare le comparse!

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