Statistiche, statistiche, statistiche. Nelle ultime 3 stagioni (ovvero, quelle con divisioni tra Est e Ovest), al netto del fatto che, modalità Aldo Giordani, primafasecontuntubo, chi vinse le sei regular season (tre a Oriente, tre a Occidente) non ebbe bisogno di bilanci clamorosi: a Est, per intenderci, a Treviso due volte e Trieste lo scorso anno bastarono 21-22 vittorie per chiudere al comando, non una di più non una di meno. Numeri simili a Ovest: 20 Scafati, 24 Biella, 22 Casale. In soldoni, detto poi che solo Trieste sarebbe poi riuscita fare primato e promozione, in media con 22 vittorie si vince la regular. Ergo, alla Fortitudo di oggi basterebbe un record di 14-8 per, cifre in mano, chiudere al primo posto. Sapendo che per ora dietro non c'è ancora una contendente ben definita, e ci sarà qualche scontro diretto a limare il triduo Montegranaro-Treviso-Forlì, e che, insomma, sarebbe sufficiente un tenere il servizio in casa con pochi blitz esterni per non perdere il ritmo.

8 sconfitte in 22 gare: quasi pipa in bocca, per chi ad oggi ha fatto 8-0 giocandone 5 in trasferte non certo semplici e scoprendo di avere, ogni volta, capacità di andare a bussare a gente imprevista: la goleada di Pini a Verona, quella di Benevelli a Jesi, quella di Venuto a Montegranaro. La perfect season fortitudina passa anche da questi gregari, capaci di prendere la palla al balzo nel momento giusto e di farsi trovare pronti. E, forse, la differenza rispetto agli altri anni è questa: se, ad esempio, l'anno scorso Amici ne faceva 21 prima e 2 poi, si parlava di incostanza. Oggi, un eventuale prossima virgola di Venuto, non porterà a nasi storti (si spera): se ci sono gerarchie definite, si apprezzano gli exploit senza borbottare per giornate grigie. Se non ci sono, non si ha mai chiaro di che pasta sia fatto il roster. L'equilibrio - e le vittorie - passano anche da qui.

Ravenna, quindi. Ok, la conosciamo già, e l’ultima volta che ha affrontato la Fortitudo fu una specie di harakiri (il famoso +28 dilapidato) come se Antimo Martino avesse voluto lasciare il suo biglietto da visita a chi, poi, lo avrebbe chiamato. Il nuovo corso romagnolo è partito da Motosega Mazzon, con l’ambizione di stare in zona playoff – scorso anno ciccando l’opera all’ultimo tiro o quasi – e il resto, citando Tiziana Rivale, sarà quel che sarà. Inizio di stagione molto alterno, con fragorosi KO (-34 in casa con Montegranaro, -29 a Udine, unica ad avere perso con Cagliari) ma anche l’impressione che qualcosa si stia aggiustando, con tre vittorie consecutive e l’ultima con Mantova che, curiosità, ha portato poi al salto di Seravalli e firma dell’ex F Alex Finelli. Quasi 22 punti li porta l’esterno Adam Smith, anche se con percentuali rivedibili, mentre l’altro straniero è il lungo Hairston (12+6). Poi, l’elenco di chi qua è già stato visto: il giovanissimo Jurkatamm, millennial di scuola Virtus (4 punti e 14’ di media), l’altro ex bianconero Masciadri (6 punti), e gli altri due, di certo più cari al popolo Fortitudo. Ovvero Luca Gandini (4 punti pure lui, che peraltro non ha mai fatto del tabellino il proprio marchio di fabbrica) e Matteo Montano, che finora ha sfiorato la doppia cifra di media con un ottimo 45% da 3 ma anche un migliorabile 32% da 2. Dirige Marco Laganà, regista a cui non dispiace, se serve, farne 13 a botta.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI