(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Il presidente Fortitudo Stefano Tedeschi è stato ospite di Vitamina Effe su Nettuno Bologna Uno.

C'è amarezza per avere perso all'ultimo momento il primo posto? “Sì, anche per il modo in cui è arrivata la sconfitta da +17. E' stato un blackout, niente da dire, ma fin qui è stata una stagione incredibile che nessuno avrebbe immaginato. E pensando a come abbiamo perso a Forlì si poteva arrivare alla fine senza altri patemi, ma ricordiamo che la stagione regolare ancora non è finita. Sembrava una squadra da metà classifica, ma si fa rispettare ed è ben considerata da tutti gli addetti ai lavori. Poi non penso a panchina o quintetto, si vince e si perde tutti insieme, e ha dimostrato di saper fare bene. C'è allenatore di alta qualità, un buon quintetto, e giovani che cercano di lavorare bene in palestra per essere al meglio in partita”

L'unico giro a vuoto è stata la trasferta di Udine, forse. “A volte può capitare, affrontare squadre forti o senza alcuni giocatori. A Udine le cose non sono andate, ma sono uomini, può capitare. A Forlì si poteva perdere, sono cose che insegnano a livello giovanile che a 7” dalla fine possono capitare due cose su tre, non ci voleva ma forse non ci pensavano nemmeno loro. E c'era stato un timeout prima: andava evitato, si doveva fare fallo, ma abbiamo anche visto dei tiri da 4… Va bene così, anche a noi è successo di vincere nel finale. Peccato solo il modo in cui è finita a Verona, perchè a rigiocarla 10 volte almeno 9 volte l'avremmo vinta"

La Fortitudo è pronta per fare il grande passo? 

“Ricordo che in SG in agosto avevo, a domanda precisa, parlato di promozione in tre anni sperando di farcela prima. Io non sono abituato a perdere partite perchè potrebbe essere conveniente, stiamo andando avanti in una certa maniera e, come dico ai miei soci, se ci sarà modo faremo interventi sul mercato ma questo non significherebbe vincere per forza, pensiamo a quanto è successo a Pistoia l'anno scorso. Sappiamo quelle che sono le finestre di mercato, c'è uno staff tecnico e un allenatore, quando ci verranno fatte richieste noi siamo qua. Mi dispiace che si sia iniziato a parlare di mercato fin da subito, e siamo stati primi per 21 partite su 22. Se non fosse successo, cosa si sarebbe detto? Capisco che ci sia sempre voglia di fare meglio, ma cosa si pretendeva, vincere tutte le partite di 40? Capisco anche che i playoff siano un'altra cosa, ma intanto dobbiamo pensare ad eventuali infortuni, e poi che non ci sono tante opzioni in giro: l'unica idea che abbiamo avuto si è scontrata con il fatto che Pistoia non ha voluto trattare. Tra sette partite scade il mercato, ci sarà anche da vedere quel che capiterà in serie A: qui ognuno fa il proprio compito, quando ci verranno fatte richieste ne parleremo. E voglio tranquillizzare, il nostro obiettivo non è perdere, lo lasciamo dire ad altri. E se sarà serie A, è per rimanerci: quello che non vorrei è arrivarci da non strutturato. Il nostro tifoso capisce che stiamo facendo più di quanto non ci si aspettasse, guardiamo alla giornata di sabato: è attaccamento, è chi ci ha detto di essere già soddisfatto per come sono andate le cose fino ad ora, e ora aspettiamo. Non dico che cercheremo Teodosic perchè qualcuno lo ha già detto, ma quando usciranno giocatori ci guarderemo: non è la società che non ha preso Della Rosa, è che Pistoia non era disposta a darcelo. Qui tutti cercano di dare il massimo, ogni giocatore vorrebbe giocare in un ambito comunque impegnativo come il Paladozza”

La società è ripartita con l'obiettivo di ridare credibilità e ricreare un rapporto con i tifosi. “Fino a poco prima degli ultimi anni non avevo tanto seguito le vicende Fortitudo per altri impegni e per correttezza, quindi non sono titolato per dire cosa ci fosse prima. Ho avuto contatti con persone corrette, ho trovato disponibilità in Muratori per continuare a sostenere la Fortitudo con risorse che ci permettono di andare avanti specie dopo gli anni di Covid. Purtroppo le trattative hanno i loro tempi, e noi siamo arrivati a fine luglio con poco tempo per preparare le cose. Ma i risultati sono comunque arrivati grazie al lavoro di Caja, che ringrazio perchè si è fidato anche quando non poteva firmare solo perchè ci conoscevamo. Abbiamo cercato di fare le cose come dovevamo fare, i soci sono stati collaborativi, l'Academy e il Consorzio sono stati presenti così come lo Store, tutte persone che si sono impegnate. Ogni società ha l'obbligo di non fare voli troppo alti, e compito nostro è di capire le cose. C'è poi entusiasmo, voglia di fare bene, e se la squadra risponde siamo contenti dato che il nostro pubblico se lo merita. E' un pubblico che abbiamo solo noi, che ci viene invidiato, e allora perchè non dare il massimo per queste persone? Massimo, ma con la fattibilità delle cose: e questo non vuole dire non cercare di andare in serie A, ma vivere alla giornata. Siamo secondi, ma cosa cambia? Avremo altre partite da giocare, forse l'unica proibitiva sarà l'ultima, e così dovrà farlo anche Forlì. Nostro obiettivo è mettere la squadra in campo nel miglior modo possibile, organizzare bene le trasferte e farli stare bene"

L'obiezione che si sente è che non si faccia mercato perchè non si vuole la promozione. “Non è così, qui si deve aspettare perchè se capita qualcosa, un infortunio, poi si rischia di pentirsi per aver fatto le cose in troppa fretta. Siamo sempre attenti, è una cosa normale, ma non si sono realizzate opportunità. Il campionato è ancora lungo, e tra sette partite vedremo cosa si farà e se si potrà fare qualcosa, magari capendo anche i movimenti dalla serie A. Il sentore è figlio del fatto che si leggono tutti i giorni le stesse cose, capisco la passione, ma già dopo 4 partite sentivo gente dirmi di possibili giocatori disponibili”

Lo stato di salute attuale della società? “Siamo un gruppo di 8 soci che rispettano gli impegni, ed è quello che deve fare una azienda”

Quanto ha inciso la presenza di Alibegovic e l'allargamento della base dei consorziati? “Sappiamo quanto ci tenga a questa squadra fin da quella partita. Si sta dando molto da fare, c'è sintonia. Per quel che riguarda il Consorzio è normale cercare di allargarlo con altri soci, così come allargare la base per il bene della Fortitudo”

Le risorse per la serie A come verrebbero trovate? “Facendo come fanno tutti, cercando sponsor, soci e investitori. Non ci sono scenari predefiniti, 5 mesi fa nemmeno sapevamo se avremmo cominciato o meno, i primi sponsor li abbiamo sentiti in agosto… Pensare oggi di aver già pianificato una promozione è troppo, basta vedere quanto entusiasmo ci sia e, ripeto, non andiamo in campo per perdere"

Rammarico per Verona? “E' finita la benzina, è stato un fatto episodico. Come a Udine, dove dopo ci veniva chiesto di cambiare giocatori e poi siamo comunque tornati a vincere. E' lo sport, e comunque la stagione regolare non è finita e mancano 7 partite prima di decidere cosa fare. Ora giochiamo contro Cremona, ripartiamo e non credo che ci saranno conseguenze dopo quanto successo domenica: può capitare, sono uomini, mi aspetto già alla prossima una buona partita sapendo che giocatori come i nostri ce li hanno in pochi"

Questa squadra è nata un po' in ritardo, ma per questa categoria è comunque forte, con americani azzeccati. Però nei playoff si gioca ogni 2-3 giorni. “Da qui ai playoff faremo le valutazioni del caso. Sono anche gli avversari, a dire che abbiamo un quintetto da serie A, ma io considero la squadra un tuttuno. Con due americani di altissimo livello ben individuati dall'allenatore nonostante i tempi stretti: sono giocatori che si fanno dare del lei, e non possono fare 25 punti ogni volta altrimenti sarebbero macchine. Sono contentissimo, anche perchè questo è un bel gruppo, va d'accordo, non ci sono screzi e questo aiuta. Ognuno poi ha il proprio ruolo, i gregari ci sono da tutte le parti. E alla serie A si penserà se e quando sarà, facendola non da incoscienti perchè abbiamo una credibilità: non vi dico che ci andremo di sicuro, anche se prendessimo due fenomeni, perchè sappiamo come è lo sport. Ma nessuno va in campo con il freno a mano"

I complottisti pensano che si sia perso apposta a Verona. “Si dice di tutto. La società ha un percorso da portare avanti, poi ognuno tira fuori la propria creatività. Figuriamoci se siamo andati a Verona per perdere o per non andare a Trapani. Non fosse stata Trapani sarebbe stata Cantù, ma nessuno si è messo a fare dei calcoli. Abbiamo una bella squadra, difendiamo come pochi, ma non siamo robot”

Ci sono interessi di altre persone per entrare in società? “E' normale, poi i soci hanno la prelazione sulle quote. Ci possono essere realtà interessate ad entrare, e una compagine sociale dove non siamo tutti uguali ma c'è unità di intenti. Ben venga se qualcuno vuole investire, con questa mentalità e questi presupposti comuni. La cosa importante è il bene della Fortitudo, davanti ad ogni domanda"

Non ci fosse la promozione, Caja resterà? “Ha un contratto di due anni, non vedo perchè non dovrebbe. Non penso abbia pensieri diversi, poi vedremo la volontà di entrambi. Ma io spero che rimanga, anzi lo credo proprio”

Un pensiero sulla figura di Attilio? 

“C'era già rapporto di grande stima reciproca prima, ho avuto conferma del valore della persona. Nessuno può insegnargli nulla, vista la sua esperienza: può sembrare burbero ma i giocatori lo capiscono, e non è l'unico che può avere momenti di agitazione, sapendo anche quando dire bene in caso di bisogno. Non avesse certe caratteristiche non avrebbe allenato 30 anni in serie A. Siamo stati fortunati quando ci ha detto di sì, anche quando giravano tante voci e sembrava noi avessimo contattato tanti altri allenatori. C'è stata questa occasione, grazie anche ad una telefonata di sondaggio di Pietro Basciano, e ci siamo messi d'accordo pur in una fase in cui non eravamo nessuno”

In caso di vittoria domenica ci sarebbero i playoff matematici. “E' un calcolo che non faccio più, ma va bene… E nessuno ha detto che avremo fatto il campionato per arrivare ottavi, più si è avanti in classifica meglio è per avere il fattore campo”

Le trasferte non fanno più paura come in passato, a parte qualche passo falso. “Ora è così, non posso giudicare l'anno scorso. Ce la siamo giocata con tutti, a parte Udine, e lo abbiamo fatto anche a Cento con uno fuori, uno con la febbre e Bolpin fasciato. Grazie a tutti, perchè è la squadra che vince e la squadra che perde, ognuno con il proprio ruolo e le proprie qualità”

 

 

 

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