Pietro Aradori è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Un estratto delle sue parole.

Le prime quattro gare di campionato sono state molto intense, con le due che abbiamo giocato in casa che sono state super intense e non poteva essere altrimenti dato che avevamo la carica delle oltre 5000 persone che erano al PalaDozza. L'altra è stata a Pesaro e segnava il ritorno in serie A della Effe e poi c'è stata la brutta gara di Varese, ma io penso che meglio di così non si poteva partire.
L'obiettivo è ancora la salvezza? In una stagione ci sono sempre alti e bassi per cui il nostro obiettivo resta salvarsi il prima possibile. Sappiamo che, per la sua storia, la Fortitudo non è considerata una neopromossa anche se lo siamo. Solo quando saremo certi di avere mantenuto la categoria, potremo vedere se è possibile raccogliere qualcosa di altro.
Le pesa giocare per non retrocedere? lo vivo e gioco per vincere delle partite e ciò che fa la differenza è la carica che una società, una città e una squadra ti dà. Queste sono cose che alla Fortitudo ho trovato con un tono maggiore rispetto ad altre realtà, anche in quelle dove giocavi per la conquista di un titolo.
Il fatto di aver cambiato sponda ha creato problemi? No. La gente mi ferma e anche i virtussini mi chiedono come sono andate le cose. C'è molta cordialità e simpatia e questo conferma che la gestione dei social network è una questione da risolvere. Lì ci sono stati molti insulti, ma il clima nella realtà è opposto.
La fake news sul diverbio con Leunen l'ha infastidita? Non l'ho presa neppure in considerazione, è solo spazzatura.
Che ruolo ha in questa squadra? Una pedina chiave del quintetto che porta esperienza, punti e fisicità aiutando chi è alle prime esperienze in serie A.

(foto Fortitudo - Valentino Orsini)

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