Vincenzo Esposito - coach di Pistoia che dopo un grande inizio di stagione ha perso otto delle ultime nove partite - è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Ecco le sue parole:

La memoria corta di tanti? E’ una situazione generale, in tutti gli sport, non a Pistoia. C’è un eterno senso di insoddisfazione, anche se il cielo è azzurro qualche nuvola ce la dobbiamo mettere sempre.

Bilancio? Per tre quarti, una stagione straordinaria. Ora più bassi che alti, dovuti però a un calo fisiologico. Ho giocato vent’anni da professionista, posso dirlo. L’importante è venirne fuori il prima possibile.

Quindi la Virtus troverà un avversario pronto? Mai smesso di lavorare, iniziamo le partite con la giusta mentalità. Quando andiamo in difficoltà, però facciamo fatica a reagire.

Eppure avete meno pressione stavolta. Ci stiamo mettendo quella che non dovrebbe esserci. Però certo, la nostra pressione è per ottenere un risultato che ci sblocchi di nuovo, quella della Virtus ha oggettivamente più millibar, per via della classifica.

Se l’aspettava laggiù? Con i campionati degli ultimi anni, e per come è finito il girone di andata, non è più una sorpresa vedere una società blasonata invischiata in fondo.

Come si vince adesso? Al 50% conterà la tenuta mentale sotto pressione. L’altro 50% andrà sul lato tecnico, determinante sarà riuscire a difendere sui giocatori chiave.

Ha detto: ho il cuore Fortitudo ma stimo la Virtus. Inutile riprendere i ricordi. Stupendi sì, ma il derby è lontano, basket city è lontana. Un pensiero che non esiste nella mia testa ora. L’unico obiettivo è coronare la stagione portando la squadra ai playoff.

Come è riuscito a trasformare Pistoia? Scegliendo le persone giuste, prima ancora che i giocatori giusti. E poi riuscendo a trasmettere la mentalità di voler vincere, divertendosi. Ora ho un’altra sfida: rimescolare le carte e far reagire i ragazzi al primo momento duro.

Pensa di meritare una panchina importante? Per me già questa occasione lo è. Se penso che in A2 mi è toccato tornare a giocare.. Sono soddisfatto, il mio obiettivo è essere il miglior allenatore possibile. Sottolineo possibile.

Cosa non è andato in Virtus secondo lei? Quando hai un budget limitato, è limitato anche il margine di errore. Se sbagli un paio di scelte tecniche, poi non ti puoi permettere le modifiche di una Sassari, di una Milano.

Pittman come lo marca? Il problema è che se ti concentri troppo su di lui, ti scopri sul resto. E la Virtus ha gli interpreti che se sono in serata ti fanno male. Perciò non penso solo all’uno contro uno contro di lui, ma a tutto il resto.

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