Adesso si andrà a Ravenna - anzi a Forlì - e tutto potrebbe cambiare, ma l’impressione dopo due gare è che la Virtus sia in totale controllo di questa serie. E non solo per le due vittorie a zero, ma anche per un dominio numerico, fisico e tecnico su un avversario che dopo aver disputato una serie playoff straordinaria contro Verona giocando in sette adesso è alle corde. E finora la Virtus è stata bravissima a cercare i punti deboli di Ravenna e ad attaccarli sistematicamente, vincendo in maniera netta entrambe le partite. E anche cambiando in corso d’opera, per adattarsi all’avversario e levargli ancora di più le (poche) certezze possedute. E’ il caso di Taylor Smith, che dopo un’ottima gara1 è stato raddoppiato sistematicamente in gara2, e la mossa è risultata straordinariamente efficace. Il mattatore è stato Kenny Lawson (18+8 di media nei playoff), semplicemente sontuoso - davanti e dietro - e poi tutti gli altri, che hanno portato il loro contributo, dai cinque giocatori in doppia cifra a quelli che hanno dato minuti di difesa. E anche in un’altra serata in cui il tiro da tre è andato a tratti, è arrivata una vittoria più facile di quanto non dica il punteggio finale.
Dopo le esitazioni della serie con Casale e lo shock iniziale contro Roseto la squadra sembra aver fatto un salto di qualità, come consapevolezza dei propri mezzi e durezza mentale, e di questo va dato grande merito a coach Ramagli.

L’unica pecca - se si vuole trovarne una - è quella del momento di flessione, che ormai sembra diventata una costante. A partire da gara2 con Roseto i bianconeri hanno sempre costruito grandi vantaggi, e poi a un certo punto hanno spento la luce, rimettendo in partita gli avversari e facendosi rimontare in parte. Dobbiamo essere più cinici, ha detto Ramagli, e questo è sicuramente vero, ed è anche vero che questa non è una squadra che ha nel “gestire” le partite il suo punto di forza. Però ci sono segnali di miglioramento anche in questa direzione, e le Vu Nere sono state sempre molto brave a replicare colpo su colpo ai tentativi avversari, tanto da non dare mai l’impressione di poter perdere la partita di ieri, e sinceramente nemmeno le precedenti.
Poi c’è un po’ di apprensione per la botta all’anca presa da Umeh nel finale di partita, che andrà valutato dallo staff medico. Per il resto tutto benissimo, compreso il clima del PalaDozza, per la prima volta teatro di un doppio successo casalingo consecutivo. Il pubblico Virtus è da serie A, ha detto patron Zanetti.

Ora si va a Forlì, sapendo di avere di fronte un avversario che non molla mai, ma anche con la consapevolezza di avere in mano tutti gli strumenti per chiudere la serie.

(foto Pierfrancesco Accardo)

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