In occasione dei suoi 80 anni, Santi Puglisi è stato ospite del programma Basket Case su Radio 1909; una lunga chiacchierata tra basket city, Nazionale, idee per salvaguardare le società e aneddoti del passato.

Cifra tonda oggi, 80 anni di cui 58 anni spesi prima in campo poi in panchina ed infine dietro la scrivania.

Partiamo dalle ultimissime vicende di Basket City. E’ stato raccapricciante. Sembrava di essere su scherzi a parte. Per la Virtus non è la novità, ricordo nel 2002 durante la gestione Madrigali, fu esonerato Ettore Messina provocando una forte reazione del pubblico salvo poi essere poi reintegrato. Per quanto riguarda la Fortitudo mi dispiace sempre quando un allenatore viene privato del suo lavoro. Di solito si dice, siccome non si possono cambiare 5-6 giocatori, si cambia l’allenatore. La realtà obbliga a questo.

Sulla situazione di Roma invece? Come mai in una città come Roma non si sono mai uniti gli intenti e le forze di tutte le squadre che tra A2 e B sono numerose? Toti questa volta ha fatto sul serio, dopo 20 anni in cui ha devoluto risorse personali per mandare avanti il basket nella capitale ma Roma ha parecchie problematiche, in primis la penuria di impianti. Si pensi che l’unico agibile per la Serie A è il PalaLottomatica, sovradimensionato poi ridotto, un impianto bellissimo ma dai costi di gestione molto elevati ed ora che il pubblico non vi può accedere è tutto un passivo. A questo proposito avrei un’idea per venire incontro alle società che sono in difficoltà. Considerata la difficoltà di introiti da botteghino in questo momento, fatta eccezione di Virtus, Milano e Venezia, tutte le altre società sono alla canna del gas. La mia ricetta è questa: mettere a contratto minimo garantito ogni singolo dipendente e ridistribuire l’eventuale utile a fine stagione. Le società professionistiche devono essere aziende. E’ l’unico modo per salvare la società altrimenti ne salteranno parecchie dopo Roma. Il lato negativo è che non puoi imporre contratti al minimo salariale ai giocatori stranieri che hanno anche un mercato europeo e mondiale. Potrebbe rappresentare un’occasione di crescita per i giocatori italiani. Anche perché, quanti sono i giocatori italiani che possono avere mercato all’estero? Per me non più di 10.

Tornando al campo e passando a Pesaro-Fortitudo, lei è un doppio ex. Come giudica il campionato di Pesaro? Lo giudico molto al di sopra delle aspettative iniziali. Dissi simpaticamente a Repesa quando arrivò: “Coach sei obbligato a vincere il doppio delle partite dello scorso anno”. Ha fatto un lavoro straordinario, con lui i giocatori migliorano davvero.

Mentre cosa può portare alla Fortitudo Dalmonte? Molta organizzazione di squadra. Si tratta di un allenatore che fa del pragmatismo la sua forza. Ha fatto una gavetta incredibile. E’ stato vice di grandi allenatori come Scariolo e Bianchini, ha una carriera di tutto rispetto.

Passando ad un'altra realtà nella quale ha lavorato, è sorpreso Brindisi di Vitucci? Non mi meraviglia, ormai si è attestata tra le migliori 4 squadre del campionato da qualche anno, ha un allenatore di primissimo livello come Vitucci. Mi rimprovero di non aver preso Giofré quando ero GM di Brindisi che tutti gli anni mi si proponeva, ha dimostrato di essere un grandissimo scout.

Da vice-allenatore ha vinto l’Europeo nel 1983, una considerazione sulla Nazionale di oggi? Ci sarebbe tantissimo da dire. Il basket è cambiato, c’è stata la fragilizzazione dei paesi dell’Est. Una volta gli avversari principali erano Russia e Jugoslavia. Ora ci sono Croazia, Serbia, Slovenia, Lituania, etc. tutti paesi che riescono ad esprimere una pallacanestro di altissimo livello. Pensare che la Slovenia ha solo 3 milioni di abitanti, la Lituania altrettanto ma tutta Europa ed anche l’NBA è piena di giocatori di queste nazionalità. Ho fiducia per il futuro della Nazionale, se dovessero decidere di ridurre il numero degli stranieri e ci sarà un reclutamento di qualità delle squadre italiane, potremo vedere nuovi giocatori esplodere come si sta vedendo in questa stagione, vedi Pajola e Spissu, anche Tessitori, anche se non più giovanissimo, è un giocatore che sa dare grande affidabilità. Di giocatori emergenti ce ne sono tanti e se raggiungono una maturazione potrebbero aiutare l’Italia a primeggiare come una volta.

Infine, un ricordo del quale avrà già parlato tante volte. Quando allenò MJ per una sera. Un bel ricordo, conservo il filmato (che si trova anche su YouTube). Certo allenare Micheal Jordan che al tempo aveva 23 anni è un’esperienza irripetibile. Io per mia fortuna e non per merito, di cose irripetibili ne ho fatte tante. Per esempio, non c’è nessun dirigente italiano che abbia disputato come me 12 finali scudetto.  9 in 11 anni con la Fortitudo e 3 in 6 anni a Pesaro.

Un augurio a Santi Puglisi per i suoi 80 anni.

 

 

Il Canale Telegram di Bolognabasket: tutti i dettagli
IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92