Con la sconfitta di domenica contro Roma si è chiuso un anno nero per la Virtus, sicuramente il peggiore dal 2003, ultimo disastroso anno della presidenza Madrigali: dalla finale scudetto alla lotta per non retrocedere. Analizziamo uno per uno i protagonisti di questa derelitta stagione.

Blizzard - voto 5.5 – A lungo infortunato e rientrato prima del tempo, non ha inciso come l'anno scorso, risultando quasi sempre impalpabile. Da lui però dovrebbe passare il futuro della Virtus: ha il passaporto giusto ed il contratto.

Best - voto 6.5 – Ci fosse stato dall'inizio, le cose sarebbero andate meglio? E' probabile. L'età è quella che è, ma la classe e soprattutto la testa sono ancora sopraffine. Il suo quarto periodo di Udine resterà impresso nella memoria di chi l'ha visto dal vivo.

Anderson - voto 6 – Giocatore incomprensibile, che alterna giocate fantascientifiche a boiate sesquipedali. All'inizio ha sofferto il dualismo con Holland, ma anche dopo la partenza di quest'ultimo non è esploso come si poteva sperare. Però resta un difensore di primissimo livello e un giocatore in grado di far canestro quando vuole, come vuole. Una rarità, di questi tempi. Potendo, andrebbe tenuto, ma sarà davvero difficile.

Giovannoni - voto 6.5 – Ora è capitano, la grinta e il cuore ne hanno fatto l'idolo del pubblico che domenica ha cantato "noi vogliamo dieci Giovannoni". Il futuro della Virtus deve essere lui.

Bulleri - voto 5.5 – Preso da infortunato a stagione in corso, e fatto rientrare prematuramente, ha fatto quel che ha potuto, ossia non molto. Se deciderà di restare potrebbe formare una coppia ben assortita con un play straniero, anche se oggettivamente il contrattone che ha al momento appare decisamente sovradimensionato.

Chiacig - voto 6.5 – C'era chi lo dava per finito, ma non poteva essere più lontano dalla realtà. Sarà antiestetico, ma è quasi sempre efficace. L'unica nota positiva dello sghangerato reparto lunghi bianconero. Potendo, sarebbe da rifirmare al volo.

Michelori - voto 5 – Trattato male, malissimo, a lungo costretto a guardare prima per infortunio e poi per beghe contrattuali. Una volta reintegrato, ha messo in campo la solita grinta. Nient'altro però, e a volte servirebbe anche il talento. E' in partenza.

Lauwers - voto 3 – Presentato come giocatore "da quintetto", si è invece rivelato un discreto flop. Ha avuto la tripla del pareggio nel derby, e l'ha mancata. Da lì poco spazio e solo padelle. Ha un triennale ed è passaportato, la sua situazione andrà valutata.

Garri - voto 4 – Diventato immediatamente la nemesi del pubblico, non ha fatto nulla per riconquistare fiducia, ma è anzi scivolato sempre di più verso il fondo della panchina. Sa fare più o meno tutto, ma la testa spesso non appare collegata. Ha il contratto, ma non è proponibile al pubblico per il futuro.

McGrath - voto 5.5 – Era ai margini della rotazione a Cantù, qui è partito benino per poi spegnersi piano piano, finendo da tiratore che era a fare lo specialista difensivo.

Spencer - voto 3 – Arrivato con grandi aspettative le ha deluse tutte. Discontinuo, irritabile e irritante, ha chiuso la stagione bianconera con una patetica sceneggiata a suon di urlacci dopo la sconfitta interna con Pesaro.

Di Bella - voto 5.5 – Messo ai margini anche lui per motivi contrattuali, e poi reintegrato per mancanza di alternative, non ha mai inciso, deragliando più spesso del solito. Con Pasquali poi è finito ai margini della rotazione, per poi essere ceduto a pochi giorni dal derby. A Milano sta facendo bene, un grande in bocca al lupo a lui.

Crosariol - voto 3 – Il fisico c'è, tutto il resto no. Scommessa persa, e anche a Roma pare la pensino uguale.

Lestini - voto 3 – Vedi sopra, sostituendo "fisico" con "talento" e "Roma" con "Cantù".

Holland - voto 4 – Talento sopraffino totalmente incapace di inserirsi in un contesto di squadra. Dove giocano tutti per lui (vedi Varese) può fare anche 50 punti; qui ha completamente fallito, giocando quasi sempre da solo e per le sue statistiche.

Conroy - voto 2 – Osceno a Bologna, osceno a Milano, prima di tornare in doppia cifra di assist in D-League. Il livello della D-League deve essere davvero basso, perchè stiamo parlando di uno dei play(?) più scarsi mai visti a Bologna. Claudio Sabatini si è assunto tutte le responsabilità del suo disastroso ingaggio.

Pillastrini - voto 4 – Ha pagato la mancanza di personalità, sia durante la costruzione di una squadra non sua, sia nello spogliatoio, finendo per trovarsi dentro a una polveriera innescata dai 4 brotha. Non ne è riuscito a venirne fuori, e andava forse esonerato molto prima.

Pasquali - voto 5.5 – E' partito alla grande, conquistando vittorie preziose in ottica salvezza e sfiorando il successo in Coppa Italia. Poi però è finita la benzina, e un rischio (seppur remoto) di retrocessione lo si è corso. Sabatini lo ha riconfermato a parole, vederemo se alle parole seguiranno i fatti. Il pubblico probabilmente preferirebbe un allenatore con un pedigree di altro tipo.

Società - voto 0 – Lo striscione dei Forever Boys dice tutto. "Non siamo un circo", e invece quest'anno spesso e volentieri l'apparenza è stata quella. Dalla cacciata di Zare Markovski in poi, nulla è andato per il verso giusto. "Lasciateci perdere", le gite enogastronomiche in Eurolega, il trattamento riservato a Di Bella e Michelori, le porte girevoli di 4 americani messi fuori rosa e reintegrati alla velocità della luce...

Di cose da dire ce ne sarebbero parecchie, ma cosa è stato non conta più, quello che importa sono le conseguenze. Claudio Sabatini aveva un credito enorme nei confronti dei tifosi bianconeri, per aver salvato la Virtus dal fallimento e per averla riportata in alto. La sensazione è che si sia giocato buona parte di questo credito, e che abbia creato una spaccatura difficilmente sanabile tra lui e il resto del palazzo, che a fine stagione l'ha contestato. Ora, nel caso resti lui al timone, il difficile compito di ricostruire, partendo assolutamente da un GM operativo cui delegare tutta la parte tecnica. Questo è il primo passo necessario per riconquistare la fiducia di un pubblico disilluso.

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