(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Unieuro Forlì – Fortitudo Flats Service Bologna 77-74

 

Affrontare il tiro del pareggio avversario in una partita dominata dalle difese ma, più che altro, dominata da attacchi sbilenchi. Le stelle avrebbero detto che quello di Valentini sarebbe dovuto essere un altro ferro: non lo è stato, e portata al supplementare la Fortitudo ha pagato tanti piccoli episodi (i liberi, cribbio, i liberi!) oltre a non aver nessuno della panchina a raggiungere i 10’ giocati in una gara che ne offre 45. E, lingua fuori contro lingua fuori (Forlì veniva da un giorno in più di riposo ma anche altri supplementari nella maratona in casa di Nardò), il bacio della partita viene dato ai padroni di casa. Si mantiene il vantaggio nello scontro diretto, e si dimostra che la squadra c’è. Anzi, il quintetto, anche in gare davvero sofferte. Il problema è non avere alternative.

 

La cronaca

Si parte con clima non da derby, visto tutto quello che non c’è attorno (mancano i bolognesi, curva forlivese in sciopero contro i divieti di trasferta) e con Fortitudo che ben circumnaviga la difesa romagnola sapendo che Ogden c’è quasi sempre. 12-8, roba molto viscosa, Bologna prende rimbalzi d’attacco che sono tanta roba, ma quando la partita si sfilaccia in un orribile corri-e-sdeng è già tanto tenere botta e non andare sotto, tirando 5/19. E 12 pari al 10’.

 

Forse chi è rimasto fuori ha ragione, dato che si va avanti con spettacolo da minors – con tutto il rispetto per le minors – e tanti errori collettivi. Si segna poco, così il primo cesto di Aradori pare davvero valere triplo, ma intanto si naviga in parità continua, con tanta fatica a superare il pressing a tutto campo di Forlì, e sospiri di sollievo perché di là si cicca tanto. E’ più partita per lunghi, ma a sbloccarsi è più la Romagna che non l’Emilia. 31-26, poi un po’ di zona e si chiude sotto, al 20’, per 33-30.

Ogden
Ogden (Foto Mauro Donati)

Entra la curva forlivese, che si vede un parziale Fortitudo con sorpasso che però dura poco, dato che i locali sguazzano meglio nei meandri dei tatticismi delle panchine. Si finisce a -6, ma proprio quando ci sarebbe modo di sfruttare i tanti regali locali arriva il quarto fallo di Freeman, che a ‘sto punto non può non essere cambiato. Aradori dovrebbe rifiatare, non c’è modo, e arrivano due errori per la possibile parità. E allora 49-46 Forlì al 30’.

 

Regalino arbitrale per un flopping di Cinciarini, ma non lo si sfrutta. Qualche cambio deve essere fatto, Conti rispondicchia, ma non possono essere questi a scardinare una difesa che nemmeno i titolari riescono a sbloccare. Forlì però si adegua, non capendo la zona di Caja, e lo stesso Conti firma il +2. Batti e ribatti, qualche rimbalzo di troppo concesso, tanta difesa, e santa fagiolata dopo un cross di Bolpin che diventa, dopo un tocco, il +3 di un Aradori tornato attivo proprio al momento giusto. Viene sbagliato il match point, Valentini punisce, 63 pari, 2” rimanenti per la Effe, il tiro arriva ad Ogden da troppi metri, supplementare.

 

Forlì non va più in area, ma un altro gol di Valentini diventa lo spazio per tenere la Fortitudo a distanza. Si piomba a -6, si concedono ancora secondi tiri, ma non c’è proprio modo e maniera di trovare uno che faccia canestro. E, tra un regalo e l’altro, compresa una infinità di liberi, Cinciarini la chiude dalla lunetta. Anzi no: Fantinelli -2, Allen non sigilla e cicca un libero, Aradori mette il primo e, pur tirando il secondo a due mani, la boccia sadicamente non diventa un rimbalzo ma un cesto. E, nell’ennesimo andar di là, Pollone fa la stessa cosa: dentro il primo, non riesce a sbagliare il secondo, e viene concessa l’ultima preghiera alla Effe. Ma Freeman, da metà campo, non può far miracoli. Peccato.

 

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