Le parole di Stefano Pillastrini ospite ad Alley Oop

Stefano Pillastrini è stato ospite dell'ultima puntata di Alley Oop, trasmissione condotta da Eugenio Petrillo, Alessandro di Bari e Marco Lorenzo Damiani ogni martedì dalle 17 alle 18. Il coach ha parlato del prossimo futuro di Cividale, della scelta dei giovani di andare in NCAA, delle finali di Serie A e A2 e dell'exploit di Francesco Tabellini, suo assistente ai tempi di Treviso.
I programmi per la prossima stagione di Cividale
"Noi come sempre cerchiamo giocatori che scelgono la società, l'ambiente e il progetto di Cividale perché pensano che in questa situazione possano dare il meglio e magari migliorare. Quindi abbiamo già annunciato Cesana, che è un giocatore di cui ho grande stima e che viene da stagioni con qualche infortunio e non con un rendimento, a mio parere, pari a quello che vale. Di fatto nel nostro sistema sostituirà Lamb. Abbiamo confermato giocatori sotto contratto Rota, Redivo, Marangon, Berti e Mastellari, quindi partiamo comunque da una base di giocatori che sanno cosa vuol dire giocare per Cividale, per il presidente Michalich, per l'allenatore Pilastrini e che dovranno aiutare i nuovi a inserirsi. Poi proveremo in tutti i modi a trattenere Ferrari e probabilmente metteremo uno straniero nel ruolo dei lunghi, al posto di Miani e dell'Agnello, quindi cambieremo da questo punto di vista l'assetto. Poi vedremo qualche giocatore che riteniamo promettente e che possa fare meglio in quel ruolo. È chiaro che colpi come quelli di Marangon e Ferrari oggi sono meno possibili, sia perché pochi ragazzi sono disponibili a firmare contratti pluriennali, sia perché molti di questi ragazzi scelgono gli Stati Uniti".
I giovani proiettati verso l'NCAA.
"La storia dice che i giocatori italiani che sono andati in NCAA spesso sono tornati peggio di come erano partiti o senza grandi progressi. I casi più clamorosi tipo Mussini, tipo Oliva, un ragazzo che era considerato il più bravo in Italia della sua età e ora non sappiamo neanche più dov'è. Io ho avuto Davide Moretti che era praticamente il miglior giocatore del campionato a diciotto anni, è rientrato in Italia e ci ha rimesso due o tre stagioni prima di ritornare a giocare davvero. Purtroppo l'esperienza dei giovani italiani da un punto di vista tecnico non è mai stata soddisfacente. La nostra nazionale è fatta di giocatori che non sono andati lì, a parte Mannion che è cresciuto lì e Akele che è stato lì fino a ventidue anni ed è diventato praticamente un giocatore quattro o cinque anni dopo. Però siccome giocatori di altre nazioni invece sono tornati super migliorati magari potrà valere anche per i nostri. Ad oggi un ragazzo se va là secondo me lo deve fare solo per motivi economici oppure se uno mette al centro altre cose della vita. È chiaro che impari la lingua, fai un'esperienza di vita e torni con una laurea che spesso è meno complicata da prendere rispetto a quello che sarebbe in un'università italiana. Quindi ci sono tanti motivi che uno può scegliere per andare là, però oggi mi sembra che il motivo vero sia quello economico".
La scelta di Dame Sarr.
"Non avrei avuto dubbi da un punto di vista tecnico, poi se gli danno le cifre che scrivono i giornali è chiaro che poi a un certo punto diventa anche un lavoro, quindi uno non è che può fare finta che la parte economica non esista. Quindi se per Sarr il fatto di andare in America significa guadagnare dieci volte tanto quello che guadagnava in Europa sinceramente ha fatto bene. Però Doncic è diventato Doncic giocando in Europa, tanto per dirne uno".
La finale di Serie A2.
"Sono due squadre fortissime, probabilmente le due migliori insieme alla Fortitudo. Cantù però, dopo che ha potuto utilizzare Basile come italiano e ha recuperato De Nicolao, è arrivata a un livello probabilmente un pizzico superiore alle altre. Tra le tre poi la Fortitudo ha avuto un percorso meno brillante, le altre due sono arrivate in finale, secondo me giustamente".
La finale di LBA.
"Mi aspetto una finale bella. Sinceramente sono contentissimo per quello che Peppe Poeta ha fatto a Brescia perché lo ritengo una persona e un allenatore, oltre che bravissimo, con una capacità di trasmettere entusiasmo e divertimento. Allena una squadra che si vede che ha il suo spirito e che ha fatto una stagione straordinaria quindi ritengo che possano arrivare fino in fondo. Allo stesso tempo hanno incontrato l'avversario peggiore, perché effettivamente la cosa che può soffrire più Brescia è la fisicità, e l'aggressività di giocatori come Pajola, Hackett e Cordinier può essere difficile da arginare".
L'exploit di Francesco Tabellini, suo assistente a Treviso.
"Ho sempre considerato Francesco un grandissimo allenatore. Secondo me è già oggi, ma già da tempo, uno dei migliori allenatori italiani. È incredibile che una piazza a cui voglio bene come Treviso, dove sono stato quattro anni, se lo sia lasciato scappare per poi richiamarlo una volta che è andato in Repubblica Ceca. Ovviamente oggi lui ha delle offerte migliori. Purtroppo questo di non riconoscere nei giocatori e negli allenatori i talenti che abbiamo è ancora un grosso limite. Poi è chiaro che a Tabellini sicuramente l'esperienza in Repubblica Ceca ha fatto ben. Penso Francesco sia uno dei primissimi allenatori in Europa oggi, anche se non l'ho ancora dimostrato. Quindi è ovvio che queste cose vanno dimostrate sul campo, ma a livello di competenza, di passione e di dedizione, non mi meraviglierei se nel giro di pochissimo tempo farà una grandissima scalata. Adesso mi dicono che Parigi perda i giocatori migliori, quindi dovrà ricominciare e avrà tante difficoltà. È un'opportunità bellissima ma difficilissima. Tra l'altro mi piace segnalare che il suo assistente è Giovanni Spessotto che l'anno scorso era con me a Cividale, che iniziò ad allenare proprio con Francesco a Treviso".
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