G5 Acqua San Bernardo Cantu' - Flats Service Fortitudo Bologna, cronaca

Acqua San Bernardo Cantu’ - Flats Service Fortitudo 88-63
Sul ponte sventola bandiera bianca, cantava uno che la vita la conosceva bene, e il campionato Fortitudo si pianta in una gara 5 di fatto mai iniziata, infilzata da triple infinite fin dai primi minuti e nuovamente tradita dai suoi americani. E, con rotazioni limitate, non è che Caja potesse avere chissà quali alternative dalla panchina, laddove è chiaro che tanti sono arrivati con la lingua di fuori. Cantù passa il turno, è chiaro che ad avere la bella in casa di vantaggio ce n’è tanto, ma si sperava che forse la scintilla del playoff avrebbe acceso qualcuno. In casa è successo, va bene per i flash e gli applausi, ma il basket è un’altra cosa.
Cronaca
Si parte con il solito colabrodo sulle triple altrui, uomo o zona che sia: 6 a segno in nemmeno 6’, e immediato alzarsi dell’asticella per stare in gara, 20-10. Risponde solo Mian, mentre Caja non ha più sacramenti da lanciare per commentare la superficialità dei suoi. Si fa -12, poi per fortuna Cantù abusa oltre ogni logica del tiro da 3 (14 tentati in 10’, a Grinnell saranno orgogliosi) ed è 24-14 interno al 10’.
Si deve bussare a Cusin per mettere un po’ di brio nell’area difensiva, ma non segnando mai non si sfrutta il momento in cui Cantù smette di bombardare. Non si riesce ad arrivare a Freeman, Aradori tira tanto ma a volte ci prende, e con un quintetto tutto italico si rientra a -3. Si sdenga il pareggio, ed è un peccato con il 20’ che arriva sul 35-29 per Cantù.
Torna il quintetto base, e oltre all’attacco sparisce pure la difesa. Caja abiura di nuovo gli oltreoceano, ma in generale gli esterni non tengono e si finisce a -21. Aradori cerca di aggiustare davanti quel che perde dietro, ma attorno non ci sono tartari, ma di deserto ce ne sta eccome. E 66-46 al 30’.
Okeke schiaccia in mezzo a Gabriel e Freeman che si guardano come nemmeno Franco e Ciccio, ripete successivamente, ed è un terribile sipario. Si tocca il trentello, poi spazio a Battistini e Sabatini. Ingeneroso per la piazza, ma meritato per quanto visto in campo.