Miglior score in carriera. Undici punti, sei rimbalzi e una prestazione che non si può spiegare soltanto con i numeri. Ci sarebbe da festeggiare, per Gino Cuccarolo. Non fosse che la Virtus è tornata da Roma a bocca asciutta, e questo fa passare in secondo piano anche la soddisfazione per una prestazione individuale di grande spessore.

“Si dice che un rimpianto è quasi una vittoria, ma non la penso così. Noi andiamo in campo per cercare sempre di portarla a casa, e a Roma non la pensavamo diversamente. Volevamo quei due punti, ci abbiamo provato con tutti noi stessi. Sapevamo di pagare qualcosa, senza Ray e Fontecchio in campo, ma non siamo andati là per fare le vittime sacrificali, e credo si sia visto”.

Dunque, nessuna possibilità di vedere il bicchiere mezzo pieno?

“Sono arrabbiato, altroché. Perché penso che con Allan e Simone avremmo potuto metterla su un altro binario. Anche se ci siamo comunque battuti fino alla fine”.

Tra i “colleghi di reparto”, soffre di più Gus Gilchrist, che tanti hanno messo sotto esame.

“Tutti abbiamo alti e bassi, e partite difficili. E’ capitato a me, e a tutti i compagni. L’importante è restare lì con la testa. AG ha qualità, sono certo che verranno fuori”.

Resta la soddisfazione per una prova che è una conferma: un giocatore come quello visto a Roma un posto in serie A se lo merita.

“Lavoro per questo. E’ la mia prima stagione vera nel massimo campionato, ho scelto di venire qui per dimostrarlo a me stesso e agli altri. Per questo non voglio sedermi su questa prestazione. Mettere 11 punti a referto è bello, ma non voglio che resti un caso isolato. Deve essere una base di partenza, per trovare quella continuità che occorre a questi livelli”.

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