Le parole di Antimo Martino alla vigilia della gara casalinga con Cagliari.

“Sarà una partita da affrontare con intelligenza, Cagliari al di là della classifica è una squadra in fiducia e che ha inserito Janelidze portando quindi entusiasmo e centimetri. Dovremo approcciare la partita nella maniera giusta. Rigiochiamo davanti ai nostri tifosi, vogliamo farlo in modo esemplare e vincere con una ottima prestazione per mantenere la testa della classifica e per finire l’anno nel migliore dei modi”

Le insidie quali potranno essere? “Intanto l’approccio, senza limitarsi a pensare che sia una partita tra prima e ultima della classe, sarebbe un errore che una squadra ambiziosa ed esperta non può fare. Partendo da questo presupposto è chiaro che dovremo interpretare la gara guardando le loro caratteristiche ed equilibrando tra quello di loro che dobbiamo limitare e il nostro che vogliamo fare”

Il rischio di rilassarsi dopo Forlì? “E’ l’insidia maggiore, ma come detto non dobbiamo farlo”

Quanto avete ricaricato dopo una gara così dispendiosa come quella di domenica scorsa? “A parte Natale abbiamo avuto una ripresa regolare, abbiamo lavorato al meglio con Mancinelli a parte e con Sgorbati che si è riunito alla squadra. E’ un periodo in cui abbiamo acciacchi e situazioni post influenzali, ma stiamo bene e pronti”

La situazione di Mancinelli? “Sta lavorando con il fisioterapista, ora l’obiettivo è ricreare un equilibrio posturale per togliergli il dolore che gli crea problemi. Abbiamo assodato che non c’è nessun problema al ginocchio, ma questo lo limita quando noi lo vogliamo al meglio. Non deve sentire dolore, e non lo vogliamo se non al 100%, per evitare che vada ad un ritmo diverso dagli altri”

Nel 2019 cosa potete migliorare? “L’aspetto su cui lavorare è la gestione dei parziali, che si è ripetuta: contro Forlì abbiamo vinto, ma siamo partiti con un 15-5 a nostro favore, poi siamo tornati avanti nel terzo quarto sbagliando di poco il +10, e li abbiamo fatti rientrare. Era già successo in precedenza, il poter andare all’intervallo con vantaggi maggiori, e la nostra crescita – avversari permettendo – deve passare dall’avere la capacità di gestirli meglio. Sapendo che 40’ con la stessa intensità non è possibile, ma una squadra esperta come la nostra deve saper rifiatare limitando il rientro degli avversari”

E’ stata, sportivamente, una settimana difficile, vedi il calcio. “Facciamo un lavoro dove siamo tutti coinvolti emotivamente, viviamo di pressioni legate ai risultati e a quello che ci circonda: social, tifosi. Ragionare a mente lucida è semplice, dobbiamo ricordare che abbiamo sempre gli occhi della gente puntati, e ogni nostra frase ha maggiore risalto. Dovremo cercare di mandare segnali positivi e stemperare gli animi, ma non è la soluzione perché il vero problema è la cultura, le brutte abitudini, si dovrebbe ripartire dalla base, dalla scuola, da messaggi quotidiani per i giovani che poi diventano adulti. Dobbiamo farci carico di essere esempi positivi, ma c’è bisogno di altro, ricordando che ci sono anche tante brave persone, ragazzi educati, e non è giusto generalizzare”

365 giorni fa ti aspettavi di essere qua? “No, pensarlo era difficile, se non ricordo male in questo periodo dell’anno a Ravenna eravamo in un buon momento e conquistammo l’accesso alla Coppa Italia. Avevamo la convinzione di aver fatto grandi cose, ma ragionavo da allenatore di Ravenna con gli obiettivi che poteva avere quella società. Se sono qui è anche grazie a quelle stagioni, ma non potevo pensare di essere collocato altrove”





(FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO BOLOGNA)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI