La conferenza stampa di ieri del patron di Caserta Raffaello Iavazzi ha lasciato aperta la porta per quelli che - in casa Virtus - sperano nel ripescaggio. Iavazzi, attuale socio unico della Juve, ha in sostanza dato la disponibilità a restare solo come socio di minoranza, dicendosi disposto a garantire l’iscrizione (un atto dovuto) ma non la necessaria fidejussione di 250mila euro - che andrà versata da qualcun altro - e parlando inoltre di una situazione debitoria di circa 600mila euro con l’Erario. Insomma, a oggi la situazione casertana non è facile, anche se la storia recente del basket italiano insegna che spesso quelle che a maggio sembrano situazioni disperate in qualche modo si sistemano prima di arrivare al 15 luglio, giorno in cui il Consiglio Federale si esprimerà sulle ammissioni ai campionati, salvo poi - ogni tanto - collassare nuovamente a stagione in corso. Quindi di sicuro per la Virtus una speranza di ripescaggio c’è, ma non bisogna farsi troppe illusioni.

Sempre che poi la Virtus sia interessata al ripescaggio, naturalmente. Questo a oggi non si può sapere, dato che siamo ancora in una fase precedente, che è quella di trovare i soldi per garantire la sopravvivenza. Bisogna chiudere i conti della stagione appena terminata - con il rispetto di tutte le scadenze in modo da evitare le segnalazioni della Comtec e le conseguenti sanzioni - e garantire l’iscrizione al prossimo campionato di serie A2. Per onorare questi impegni il presidente della Fondazione Pietro Basciano ha richiesto ai soci un versamento volontario, e sono arrivate una ventina di risposte positive per circa 700mila euro totali. Secondo il Resto del Carlino - però - alcuni soci avrebbero fatto sapere a Basciano che questo versamento sarà l’ultimo, e la loro intenzione di uscire dalla Fondazione, anche per qualche dissidio interno. Che chi non vuole più contribuire esca dalla proprietà va letto in modo positivo, ma per come è stata creata e strutturata la Fondazione stessa, uscirne (o chiuderla, in un futuro) potrebbe essere una cosa non facile né immediata.

Insomma, siamo una situazione di impasse, con parecchie analogie con il Bologna FC dell’estate 2014, fresco di retrocessione e con una società frammentata - con tanti piccoli soci spesso non in accordo tra loro - e una situazione che creava ansie a ogni scadenza. Anche lì si cercò il “socio forte”, e dopo mesi di trattative tra Massimo Zanetti e Joey Saputo (portato da Joe Tacopina) alla fine l’ha spuntata il canadese, che ha salvato e rilanciato la società. Un tifoso Virtus oggi ha una sensazione di déjà vu, perchè anche qui Massimo Zanetti è in società - anche se si è già chiamato fuori da un impegno maggiore - e Joe Tacopina sta cercando di capire se sia possibile portare qualche investitore americano.

Al momento - infatti - l’unico modo per uscire dalle secche sembra essere quello di mettere la Fondazione in minoranza con l’aumento di capitale di Virtus Pallacanestro, tuttora aperto. Il problema, però, è trovare chi faccia questo aumento e accetti di diventare socio forte delle Vu Nere, con onori e oneri connessi. Di tutti i soci della Fondazione - tra cui ci sono veri e propri colossi come IGD, Coop Alleanza 3.0, Segafredo Zanetti, Granarolo, Macron e la neoentrata FAAC - nessuno pare intenzionato a prendersi un impegno maggiore.
Visto quello che è successo con il Bologna FC questo non deve stupire particolarmente.

A oggi l’unica speranza sembra venire dall’esterno, anzi dall’estero. Anche se - a differenza del calcio - la Virtus non ha né diritti televisivi importanti né asset immobiliari di particolare valore, se si eccettua la palestra dell’Arcoveggio (con mutuo da pagare) e l’annesso progetto immobiliare già approvato della foresteria, che però è controllato dalla società Virtus College che è al 97.5% di IGD e al 2.5% di Virtus Pallacanestro. Il palazzo dello sport - Unipol Arena o PalaDozza che sia - non è di proprietà della Virtus, e a suo tempo Claudio Sabatini fece sapere che Casalecchio non è in vendita.
Inoltre, Virtus Pallacanestro non possiede più nemmeno il proprio marchio, che è stato ceduto alla Fondazione, alla quale la società sportiva paga un affitto di 120mila euro + IVA annui per poterlo usare, fino al 2027.
Ci sono però anche buone notizie: la prima è che i conti sono praticamente in regola, finalmente, dopo un lavoro di risanamento durato anni, costato alla Fondazione circa 7 milioni di euro, secondo quanto dichiarato da Basciano. E la seconda buona notizia è il pubblico, sempre presente. L'unica cosa che non ti puoi inventare, secondo Tacopina. Oltre 5500 spettatori di media, secondi in serie A, anche in una stagione disgraziata.

La speranza quindi è che l’entusiasmo di Joe Tacopina venga esteso a qualche finanziatore americano che veda nella Virtus la possibilità di realizzare un investimento e un guadagno.
Se così non sarà, e quindi non arriverà nessuno, bisognerà fare con i soci attuali. E in questo caso la speranza è che Pietro Basciano - assieme agli altri che ci vorranno stare - faccia lui l’aumento di capitale, in modo da mandare la Fondazione in minoranza, escludere i soci che non vorranno più far parte del progetto e riuscire a gestire Virtus Pallacanestro come una “normale” società di capitali, senza lungaggini, deresponsabilizzazioni e necessità di ricorrere a versamenti volontari.

Comunque vada, una volta chiusi i conti del 2015/16 e assicurata l’iscrizione alla serie A2 2016/17, bisognerà mettere in piedi un progetto tecnico. Al momento la Virtus è una tabula rasa: non c’è un giocatore professionista sotto contratto (tutti svincolati dopo la retrocessione), non c’è un allenatore, e l’unico dirigente presente - Sandro Crovetti - è dimissionario. C’è Alberto Bucci, che pare avere le idee chiare, tra cui la volontà di tornare al PalaDozza, che per quel che può valere sottoscriviamo in pieno.
Per il resto bisogna ricostruire da zero: qualcuno dovrà stabilire il budget per la prossima stagione e prendere decisioni chiare. Di tempo ce n’è, ma non troppo. Per cui bisogna iniziare a muoversi anche in questo senso.

IL PATRON DI CASERTA IAVAZZI, "SENZA CERTEZZE NON SI VA AVANTI"
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE