Il centro Virtus Kenny Lawson è stato intervistato oggi da Stefano Brienza per Stadio.

Come si presenta all’esordio? “Sto bene, la squadra anche e sono molto carico. Non vedo l’ora di cominciare”

L’ha sentita la differenza per essere arrivato in ritardo a causa di problemi burocratici? “Mi sono allenato da solo prima di arrivare: pesi e corsa, in campo con un coach privato. Di conseguenza non ho subito molto la transizione, se non forse dal punto di vista mentale dovendo integrarmi con la squadra. E’ stata una piccola sfida ma ora, dopo cinque settimane di conoscenza reciproca, sono in piena sintonia col gruppo”

Si è sposato in luglio. “Sì ma continuo la routine estiva: vivo per due mesi a Oceanside, nella casa dei miei, il terzo lo trascorro in Nebraska a casa di mia moglie. E’ troppo presto per comprarne una visto che sono sempre in giro”

California e Nebraska, difficile immaginare due ambienti più diversi. “Lo sono. La gente è diversa, il clima è diverso e non poco. Ma per me sono entrambi casa. Non mi piace molto il freddo, ma mi adatto senza problemi. Quantomeno so per certo che qua non sarà freddo come in Nebraska”

Il primo impatto in Virtus? “Questa è una delle società più professionali che abbia mai vissuto. E devo dire che mi sono trovato bene con tutti: presidente, dirigenza, staff medico e tecnico, compagni. Tutte ottime persone, educate ed intelligenti. Quando lavori in un ambiente del genere è tutto più semplice, mi sento privilegiato a farne parte”

L’idea dello staff è che questo si rifletta in partita. “Assolutamente. Se ti piacciono i compagni fuori dal campo, lavorerai megli insieme sul campo. Ci si capisce meglio, si comunica meglio”

Lawson si sente più un centro antico o moderno? “E’ un mix di entrambi. Porto la mia versatilità al servizio della squadra, faccio qualsiasi cosa mi chieda il coach, giocare dentro e fuori. E attenzione, non sono l’unico in squadra che può fare tante cose diverse. Poi c’è sempre spazio per migliorarsi in ogni aspetto del gioco. In questa prestagione sto lavorando molto sui rimbalzi, e posso fare tanti passi avanti in difesa”

Ha sempre avuto ottime cifre. Se qualcuno le dicesse che gioca solo per i numeri? “Gli direi semplicemente di guardare video che mi riprendono in azione. E poi di conoscermi come persona: non sono per niente egoista e cerco di giocare ‘the right way’, come si dovrebbe. Anche perché accumulare cifre non porta lontnao. Spesso si vedono giocatori che in squadre di bassa classifica pensano a se stessi, ma non è il mio caso. Certo, la mia forza principale è segnare punti e quindi spesso tiro molto, ma non ho mai giocato per i numeri. So che ci saranno anche partite nelle quali non mi viene richiesto di segnare, ma solo di difendere e prendere rimbalzi. E sono contento così”

Chi sono i suoi modelli? “Solo i miei genitori. Non ammiro tanto gente famosa: mi basterebbe essere la metà dell’uomo che è mio padre e della persona che è mia madre. Credo abbiano fatto un gran lavoro nel crescere me e i miei tre fratelli. Due più grandi e uno più piccolo, tutti maschi. Giocavano insieme al playground, ma io ero il più alto e sono diventato l’unico professionista”

Cosa direbbe ai tifosi bianconeri in vista della stagione? “Vi ringraziamo per tutto il supporto, speriamo di rendervi orgogliosi. Faremo il nostro meglio per attirarvi a palazzo e soprattutto per tornare nella massima serie. Viviamo insieme questa avventura”

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