Clima torrido e lotta con zanzare, ma fin da 90’ prima dell’apertura della palestra Porelli i tifosi Virtus si sono messi in coda (un migliaio) per andare a salutare i propri giocatori nel giorno del raduno. Saluti, tante foto, pacche sulle spalle ai reduci della passata stagione e le presentazioni con i nuovi arrivi (in attesa degli assenti Aradori, Lafayette, Slaugher, e i giovani che hanno fatto i campionati di categoria).
Le parole dei presenti.

Alberto Bucci - Penso sia stato fatto un buon lavoro, una buona squadra, con ogni scelta che è stata vagliata da tutti noi. Abbiamo preso gente che sa fare canestro, come Slaughter ma non solo. E’ un gruppo ben costruito, che Trovato ha messo insieme dopo aver, l’anno scorso, fatto la squadra con ben altre difficoltà. Ora analizziamo i presenti e vedremo cosa potrà arrivare, sapendo che dovrà essere la ciliegina sulla torta e non uno preso a caso. Puntiamo ai playoff, anche se la concorrenza sarà tanta, ma intanto cerchiamo di tirare fuori il meglio e vedremo dall’ottavo posto in poi, e dalla qualificazione alla Coppa Italia, cosa sapremo guadagnarci. Non dimenticando il lavoro del settore giovanile: un anno fa chiedevo a Ramagli di dare spazio ai giovani, e lui lo ha fatto al punto che ora tanti vogliono venire da noi perché sanno essere una grande opportunità. La gioia della promozione me la terrò sempre nel cuore, perché eravamo partiti con altre prospettive, eppure abbiamo vinto ugualmente. E ricordo sempre che quella squadra resterà nel museo della Virtus.

Alessandro Ramagli - E’ una giornata particolare, anche se di basket inizieremo a parlare da lunedì, ma intanto rivedo i giocatori e vedrò il lavoro individuale fatto in estate. Apettiamo i due americani che saranno pronti nelle prossime ore, e gli under Pajola e Petrovic che devono rifiatare dalle nazionali. E’ il roster migliore che io abbia avuto? Non saprei, anche a Treviso o a Pesaro ho avuto una buona squadra: ci sono nomi eccellenti, italiani famosi, stranieri con pedigree che dovranno imparare a stare insieme. E aspettiamo di vedere cosa fare con il 4: non abbiamo fretta, prendiamoci una pausa sapendo che con il passare del tempo potranno aprirsi nuove porte, magari qualcuno che vorrà proporsi direttamente. Sappiamo quale è il nostro budget, quello che cerchiamo, ma non rincorriamo nessuno. E’ una squadra intrigante, che dovrà sperimentare molto. Non è canonica, tanti giocatori potranno essere spostati, e qui la creatività e la capacità di adattamento dei singoli farà la differenze. Abbiamo tante opzioni, e può sembrare paradossale ma in A1 ci sono molte più opzioni rispetto ad una A2 che è più classica. Sta a noi capire i dettagli per essere competitivi. L’estate? 60 giorni lunghi, bussando a giocatori che di solito non sono nel target di una neopromossa, sapendo poi che puoi prendere anche Ronaldo e Messi, ma dietro dovresti mettere me e mio fratello… Per questo abbiamo aspettato, e ora possiamo cercare sia califfi che prospetti, dato che abbiamo spazi abbondanti per decidere

Stefano Gentile - Ripartire è una grande emozione, un onore, dopo aver finito lo scorso anno in bellezza. Ora sarà tutto nuovo, ma dovremo ricominciare dai valori con cui abbiamo chiuso in giugno. Sarà una stagione importante, con attorno un entusiasmo che dovremo ricambiare per riportare la Virtus in alto e per coinvolgere subito i tifosi, che sono il nostro sesto uomo. A prescindere da quelli che saranno i primi risultati, se vedranno gente che lotta saranno subito al nostro fianco

Alessandro Gentile - Sono qui perché credo in questa società, in questo progetto, e non penso che una stagione andata a male fiacchi quella che è la mia voglia di giocare: a Milano e dopo le cose non sono andate bene, per quella che deve per me restare prima di tutto una passione. La presenza qui di mio fratello ha influito molto nella mia scelta, perché non è una cosa che capita tutti i giorni. Poi io qui torno dopo esserci stato da piccolo, e sono contento anche per questo. E’ presto per dire se saremo una antagonista di Milano, ma siamo ambiziosi, e dobbiamo ripartire con umiltà. Conosco già i compagni, contro di loro ci ho spesso giocato, e questo renderà più facile l’amalgama. Tutti abbiamo voglia di riportare la Virtus in alto, e il Paladozza sarà un sostegno in più

Guido Rosselli - Non pensiamo alle pressioni che avremo, dobbiamo vivere alla giornata sapendo che il calendario non parte bene, ma il tasso tecnico lo abbiamo anche noi alto. Non so chi sarà il capitano, ma chiunque lo farà avrà, tra me e Ndoja, il sostegno dell’altro. Abbiamo il compito di far conoscere la Virtus ai nuovi, sappiamo cosa serve per farlo al meglio, e sarà un piacere perché qui siamo dentro un pezzo di storia del basket italiano e anche i nuovi arrivati sentiranno questa atmosfera. Non ho mai avuto dubbi sulla mia permanenza, anche se ho letto tante chiacchiere. Avrò un nuovo ruolo? Farò quello che ho sempre fatto in serie A, ovvero dare equilibrio quando sarò in campo ricordando che abbiamo tante frecce al nostro arco e che dovremo trovare il giusto bilanciamento. E io cercherò di dare sempre la mia disponibilità

Klaudio Ndoja - La promozione è una di quelle cose che capita una volta nella vita, e a me è successa a 32 anni. Bello che sia arrivata, e ora è tutto nelle mie mani dopo aver aspettato questa occasione per molto tempo. Quando arrivai sognavo in grande, davanti a queste foto e questi trofei, e la testa lavorava per provare a fare parte di questa storia, e ora sono orgoglioso di esserci arrivato. E non pensavo di farlo subito, dato che le prospettive era di provarci in qualche anno. Ora dovrò lavorare nello spogliatoio per fare da collante, ma sarà come l’anno scorso: prima io e Guido eravamo il raccordo tra giovani ed esperti, ora lo saremo tra nuovi e confermati. Poi il campo non so cosa dirà, è presto per fare pronostici, posso solo dire che è stato fatto un grande sforzo e vedremo quello che capiterà: io darò il massimo e tutti insieme cercheremo di riprendere l’atmosfera dello scorso anno

Kenny Lawson - E’ una grande sfida, è il livello più alto in cui io abbia mai giocato. Lo scorso anno abbiamo fatto qualcosa di grandioso e che io ricorderò per tutta la vita, ma ora dobbiamo pensare al presente e non al passato. Cosa mi aspetto? Non so, sono un esordiente, dovrò sentire i consigli di chi ha già esperienza di serie A, continuare a lavorare sapendo che la sfida non mi spaventa

Michael Umeh - Sarà importante ritrovare subito la chimica giusta per partire bene. Per quel che mi riguarda, non cambierà il mio modo di lavorare e di pormi, sono tornato per competere al livello più alto e non penso che la serie A sarà un problema. Conosco i nuovi americani perché li ho già affrontati al college e questo ci aiuterà. Restare in Virtus è un piacere, con la conferma del coach che è stata fondamentale per restare: qui si sta bene, credo nella filosofia di Ramagli e so che lui crede in noi. Ai tifosi cosa dico? Ci vediamo al Paladozza, ci divertiremo.


BASKET CITY AL MARE, 18/8/2017
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91