Klaudio Ndoja è stato intervistato da Luca Sancini su Repubblica.
Ecco un estratto delle sue parole:

La situazione del naso rotto. Beh, ogni volta che prendo una botta sono dolori. Ma resistiamo.

Sull'effetto che fa trovarsi in A1 in un grande club. Sono sempre stato etichettato come quello che non ce la faceva a giocare nella categoria sopra. Fa parte della mia vita, e pure stavolta non me ne sono preoccupato. Poi, che in A1 ci sia un tasso atletico e di velocità più elevato è evidente. Forse quest'anno anche più che in stagioni passate.

Lo spirito della squadra, sembra lo stesso dell'anno scorso. Di chi è merito? Di tutti, vecchi e nuovi. Perchè nei matrimoni bisogna essere in due. Chi è arrivato si è proposto in maniera genuina, anche se è gente che ha giocato in nazionale e in Eurolega. Noi gli abbiamo spiegato da dove viene questo gruppo, come ci siamo costruiti le vittorie. Poi, a guardar bene, io e Pietro Aradori abbiamo fatto le giovanili insieme, ci sono due fratelli, Alessandro e Stefano, Lawson e Slaughter sono entrambi di San Diego e Umeh e Lafayette, da ragazzi a Houston, si sono incontrati tante volte. Forse è pure per questo che si nota che in campo stiamo bene.

Sul "4" che arriverà nel suo ruolo. Credo che arriverà un giocatore che abbia le doti migliori nella fisicità e nell'atletismo. Posso parlare per il lato umano: anche a lui spiegheremo in che gruppo è arrivato e perchè ha questa forza. Avrà il tempo per ambientarsi.

Sul PalaDozza. Domenica scorsa in certi momenti stava per venire giù il palasport. Noi in campo queste cose le sentiamo e gli avversari anche di più, può essere davvero condizionante. Il PalaDozza deve diventare il nostro fortino. Farà la differenza, in certe partite.

PECILE: ALLA BIANCOBLU MI SONO DIVERTITO, MA ERA UN PROGETTO SBAGLIATO. NON ERA VERA FORTITUDO. DOMENICA VINCIAMO NOI
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91