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(foto Virtus Segafredo Bologna)
(foto Virtus Segafredo Bologna)

Intervistato da Stefano Budriesi su “Tuttosport”, Alessandro Pajola ha parlato anche del premio di difensore dell'anno in LBA: “Un premio che mi rende molto felice e orgoglioso. Vuol dire che il lavoro paga. Tanto merito va anche alla squadra e agli allenatori che ho avuto in carriera. C’è tanto da imparare da chi che ti sta attorno.

I miglioramenti al tiro da tre. Al giorno d’oggi per una guardia moderna è difficile farne a meno. Era qualcosa che andava migliorato, soprattutto col lavoro mentale. La fiducia va acquisita: vedi in giro tiratori con una meccanica bruttissima, eppure fanno sempre canestro. Bisogna essere consapevoli di poterla mettere. Il gesto tecnico si migliora ripetendolo. Il tiro presuppone mille varianti, che vanno allenate. Belinelli tira tutto storto ma lo allena, combinandolo al talento naturale, ed è efficacissimo”.

La Virtus è avanti 2-0 nella serie contro Venezia ma ha subito delle rimonte. “Ne siamo consapevoli. Bisogna lavorarci sopra, anche se c’è pochissimo tempo. La Virtus deve essere continua per tutta la partita, altrimenti se non siamo al top anche per soli 3′ possiamo pagarlo. La molla deve essere rimanere costantemente aggressivi sugli ottimi giocatori di Venezia, guardie e lunghi.

Dopo la sconfitta a Belgrado, c'è stato un cambio di marcia: “Ci siamo resi conto che così non potevamo andare avanti, parlandoci chiaramente tra di noi. Club, tifosi e piazza meritavano di meglio. Se la squadra è tutta sul pezzo, ci sentiamo i più forti, altrimenti si può perdere con chiunque. Era una fase in cui era diicile trovare motivazioni, con tanti giocatori non al meglio. Ma sappiamo chi siamo e quali sono le nostre armi”.
La Virtus vincerà lo scudetto? “Lo spero vivamente. Ha le carte in regola per farlo, se saremo tutti cattivi, sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda”

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