Pietro Aradori - che dopo sei giornate viaggia a 15.8 punti di media tirando col 54% da due, 40% da tre e 94% ai liberi, è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.

Ecco un estratto delle sue parole:

Ho trovato un bellissimo ambiente, ottimi compagni di squadra e una società super pronta che sa dove vuole arrivare. Mi sono inserito gradualmente, cercando di migliorare e conoscere sempre meglio le persone con cui ho a che fare.

Le partite con Venezia e Milano. Sono state due sconfitte diverse. Con Venezia l'avevamo praticamente vinta, loro sono stati bravi a tornare in partita ma sono stati più i nostri demeriti per aver sprecato un ottimo vantaggio. A Milano è stata una partita difficile in attacco per tutti noi, la difesa dell'Olimpia non era mai stata di quel livello nelle uscite precedenti. Siamo comunque arrivati a giocarcela negli ultimi possessi, se miglioreremo la gestione dei vantaggi troveremo delle belle vittorie anche in trasferta su campi difficili come quello di Milano.
L'ultimo quarto sembra il punto debole? A volte fai la scelta giusta e la palla esce, altre quella sbagliata ma la palla entra. Ritorno sempre lì: se siamo bravi ad andare avanti di 15-16 punti, poi dobbiamo esserlo anche nel mantenere quel vantaggio.


I tanti spunti positivi di queste prime sei giornate. Siamo più avanti di quanto mi aspettassi nella nostra metà campo, la nostra difesa ha raggiunto un buon livello in poco tempo. Abbiamo un ottimo amalgama, giochiamo bene assieme con tanti giocatori di talento che vanno nella direzione giusta e non è sempre così facile. Le cose positive superano quelle negative, anche se c'è l'amaro in bocca per un paio di partite in più che avremmo dovuto vincere per il gioco che abbiamo espresso. Sono lezioni, ci fanno capire che nulla viene facile e che dobbiamo conquistarlo sul campo.

Sull'etichetta ricorrente, che Gentile e Aradori sono difficili da far giocare insieme. Ci sono poche persone che la pensano così e magari non guardano nemmeno le partite. Non è assolutamente un problema, lo sanno tutti in squadra e lo sa chi vede e capisce di pallacanestro.

(foto Virtus Pallacanestro)

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