Ferma per l’All Star Game, dove non ci sarà Simone Fontecchio (schiena) e invece presenzierà Abdul Gaddy, in Virtus l’attenzione è rivolta alle questioni societarie, in questi due mesi dove si aspetta di sapere se qualcuno vorrà prendere il 51% delle quote diventando, quindi, il boss della situazione. La presenza di Luca Baraldi all’assemblea di giovedì ha fatto sperare in un impegno rafforzato da parte di Massimo Zanetti, ovvero Mr. Segafredo, ma è idea di tutti che eventuali nuovi capitali dovranno arrivare dall’esterno.

Intanto, il presidente della Fondazione Pietro Basciano è stato intervistato ieri da Luca Muleo per Stadio.

Premetto che giovedì ci siamo confrontati in modo sereno, senza alcuna tensione. Come al solito, in un clima di grande condivisione e con un buon numero di soci presenti, e altri assenti solo per impegni, alcuni all'estero. Il tema è come operare al meglio per dare serenità alla Virtus. Si è partiti dalla lettera che l'ex presidente Bertolini ha mandato l'anno scorso ai soci, nella quale si analizzavano budget e bilancio. Sulla base della lettera, abbiamo fatto tutte le analisi del caso. E condiviso in piena sinergia di procedere a delle iniezioni finanziare, in modo da dare disponibilità economica alla società. I soci hanno anche sposato l'idea di un contributo. Il Consigliere Delegato, Fornaciari, ha proposto di convocare un'assemblea della Virtus in cui deliberare l'aumento. Una cosa normalissima, che si fa quando una società ha esigenza di apportare nuovi capitali.
Un nuovo arrivo? La Fondazione ha prelazione sull'aumento di capitale. E sarà lei a valutare cosa fare, e se ci sarà spazio per l'arrivo di terzi. Chiariamoci: la Fondazione è fatta da un gruppo di persone che hanno un solo obiettivo: fare il bene della Virtus. Quando scadrà il mio mandato, passerò la mano e ci sarà un altro al posto mio. Perché il ruolo della Fondazione non è affatto esaurito. Intanto, è garante del titolo nei confronti dei tifosi. Anche se un domani arrivasse qualcuno da fuori a prendere la maggioranza, e le sue quote scendessero, la Fondazione rimarrebbe come garanzia. E' un gruppo di persone che lavora solo nell'interesse della Virtus. Un gruppo che sa quando prendersi le sue responsabilità. Attaccarla, ancor più in un momento delicato come questo, dove sul campo stiamo soffrendo dopo aver avuto tanta sfortuna, non giova a nessuno. Sarebbe meglio remare a favore.
Se arriva un nuovo socio, non diciamo no. Assolutamente. Ben venga, se la sua priorità è l'amore per la Virtus. L'abbiamo sempre detto: porte aperte a tutti quanti abbiano un profilo etico e morale adatto a far parte di questa società. Ma se non arriva nessuno, noi andiamo avanti come fatto in questi anni, e in questi mesi. I soci si troveranno attorno a un tavolo e condivideranno di mettere i capitali e di proseguire. Escludo che chi oggi è nella Fondazione si tirerà indietro.
All'interno siamo tutti uguali. Poi c'è chi si prende più o meno responsabilità. Quindi il presidente che rappresenta tutti. Io conto quanto quello che ha messo 25mila euro, però lo rappresento e mi prendo la responsabilità di farlo. Tutti partecipano in modo sinergico, ognuno con le sue diverse premesse, alle esigenze della Virtus. L'altra sera è successa la stessa cosa fatta sei mesi fa, un anno fa, quando sono entrato io.
Il nostro appello non è disperatamente alla ricerca di qualcuno. Piuttosto, chi ha a cuore i colori bianconeri, e può dare un suo contributo, è benvenuto.
Baraldi? Siamo stati felici di aver accolto un uomo della sua esperienza, di alto livello in molte società sportive. Ci ha dato un parere qualificato su alcuni aspetti.

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