Pelussi, "Amerò sempre la Virtus, mi ha reso felice"

Andres Pelussi è stato sentito da Marco Tarozzi per Stadio. Un estratto dell'intervista.
"Come potrei dimenticare Bologna? Ci ho vissuto momenti meravigliosi della mia vita, non solo sportiva. Tornare e rivedere tanti amici con cui il rapporto è sempre rimasto stretto, anche a distanza di anni e di chilometri, è bellissimo.
In quegli anni pensavo che dovevo fare qualcosa, tutto quello che era nelle mie possibilità, per aiutare questo club a tornare in Serie A. Non era giusto che la stesse a un piano inferiore, per la sua storia e per il suo blasone. Non era quello il suo posto. Nella prima annata perdemmo in finale, ma nella seconda andò tutto per il meglio. La promozione mi sembrò un atto di giustizia, eravamo finalmente dove dovevamo essere. Il terzo anno, giocando in Serie A, capii che stavo vivendo il momento più importante della mia carriera. E quella sensazione la provo ancora adesso, ripensandoci.
L'anno da capitano? Un onore, e una responsabilità che raccolsi senza sentirla come un peso. In qualche modo anche una risposta allo scetticismo che avevo percepito nell'ambiente quando ero arrivato a Bologna.
L'addio? Ricordo la mia ultima gara in casa. A quel punto le cose erano decise, e si sapeva. Alla presentazione delle squadre vidi srotolare uno striscione di cui ricordo ancora a memoria le parole: "Cuore, grinta, serietà: Pelussi a vita in questa società". Capisce perché l'ho amata tanto, e l'amo ancora, questa gente? La Virtus per me sono i tifosi, e quello che ho fatto qui è stato per loro e per la storia. Per nessun altro. Perché loro mi hanno reso felice"