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(foto Valentino Orsini)
(foto Valentino Orsini)

Pietro Aradori è stato sentito da Luca Bortolotti per Repubblica. Un estratto dell'intervista.

"Bologna resta casa mia. Qui vive la mia famiglia, qui rimarrò. Sei anni in un posto sono tanti nella vita normale, nello sport sono un’infinità. Tornerò al PalaDozza da avversario ma mai da nemico, e ringrazio tutti i fortitudini per i messaggi d’affetto di questi giorni. Se resti così a lungo con la stessa maglia devi dare qualcosa di più per farti volere dalla gente e dalla squadra, ma non credevo avrei finito il mio percorso alla Fortitudo con così tante persone che mi hanno apprezzato come giocatore e penso come uomo. Non era scontato, arrivando dalla Virtus avevo un passato ingombrante.

Ricordi? Di belli ne ho tanti, dalla semifinale di Coppa Italia alle vittorie contro squadre blasonate che hanno fatto vivere a noi e ai tifosi serate indimenticabili. Il più brutto è di certo l’infortunio al tendine d’Achille dell’anno scorso, molto pesante e in un momento in cui ci giocavamo tanto. Però anche di quei giorni resta un ricordo bello, quando tornando da Trapani in gara 3 i tifosi mi hanno accolto con lo striscione di incoraggiamento, mi hanno fatto venire la pelle d’oca. In questa stagione quel ko mi ha condizionato solo all’inizio, poi sono tornato me stesso e adesso mi sento molto bene, meglio di quando ero più giovane.

Ho parlato con Polonara, sono rimasto scioccato da quel che è capitato, va ben oltre allo sport e le vittorie, difficile trovare parole. È un grande amico, un ragazzo e una famiglia stupenda. Abbiamo fatto tante battaglie assieme in nazionale, ma poi ti guardi indietro e vedi che contano zero rispetto a ciò che sta affrontando adesso"

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