Intervistato da Matchtv.ru (qui la prima parte) il presidente del CSKA Andrey Vatutin ha parlato dei giocatori che hanno deciso di lasciare, tra cui Hackett e Shengelia.

“Non ci sono stati ultimatum o porte sbattute con nessuno. Con tutti ci siamo separati con rispetto. Personalmente la cosa più difficile per me è stata la partenza di Hackett, l’ultimo straniero della squadra che ha vinto a Vitoria. Prima di partire, Dani mi ha invitato in un ristorante e abbiamo parlato. Grande giocatore e persona, un vero combattente. Da essere umano lo capisco: un biennale ricco a casa sua, in Italia. Ma per noi è una mega perdita, Hackett è stato il cuore del CSKA. Ha dato sempre il 100% in campo. La separazione più difficile, fino alle lacrime. Non avrei voluto perdere nemmeno gli altri, ma almeno dal punto di vista morale è stato meno doloroso”.
Shengelia? Sono d’accordo con Tornike. Davvero non è riuscito a mostrare il suo valore al CSKA, non era se stesso, non è diventato un leader negli spogliatoi e in campo, come fatto in precedenza al Baskonia. Possiamo onestamente dire che il suo rendimento è stato lontano dalle nostre aspettative. Di chi o di che cosa sia la colpa – della Russia, di Mosca, del CSKA, gli schemi dell’allenatore o qualcos’altro – lo dirà solo il tempo. Non ci ha detto nulla di offensivo, sono grato per le gentili parole che ha speso sulla dirigenza, i partner, i dipendenti del club, questo sottolinea ancora una volta la loro professionalità.
I principi del CSKA sono e rimarranno immutati: fare il meglio per i nostri giocatori, indipendentemente dal paese da cui provengono. Le famiglie dei giocatori e loro stessi sono sempre stati al sicuro qui, i nostri tifosi hanno trattato gli stranieri con amore e rispetto, li hanno considerati come parte della famiglia. È difficile per me immaginare di quali minacce specifiche ricevute dalla famiglia a Mosca stia parlando Tornike. Una cosa è certa: Shengelia ed altri giocatori lituani e polacchi dei club russi, e le loro famiglie, hanno ricevuto minacce telefoniche e sui social network. A quanto pare però ora è diventato scomodo per i giocatori dire da quali paesi siano arrivate tali minacce.

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